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di 'Per quel che mi riguarda'

lunedì 22 febbraio 2010

Il dovere di indignarsi contro i prepotenti di Giuseppe Zois

Caro Diario,

scusa l’impertinenza, ma fino a quando dovremo sopportare gli umori, i capricci e i ricatti del leader libico Muammar Gheddafi? Veniamo da una settimana che ha visto le cronache alluvionate dai colpi di testa e dall’arroganza di stile dittatoriale di un personaggio che vuole trattare tutti da suoi sudditi. Blocco dei visti e ingressi complicati per i cittadini dei 25 Paesi dell’area-Schengen, Svizzera nuovamente nell’occhio del ciclone in Europa, diplomazie in fibrillazione, dichiarazioni, smentite, trattative. Il denaro può tutto ed è sempre incensato, questa è la triste morale della storia.
È DAL LUGLIO 2008 che va avanti la tracotanza di Tripoli verso Berna. Il satrapo del deserto, che gira con una scorta di amazzoni, mischia la politica con le lezioni di Corano e di Islam, è giudice supremo e prende a calci il diritto e la dignità degli altri, persone e Stati. Il rais è uno che ama la democrazia interpretata solo in prima persona. Dispone e indispone, come ogni totalitarista. Può consentirsi di sbeffeggiare le massime istituzioni delle altre nazioni. Lui è il Sommo, l’Ispirato. Lui è sempre nel Giusto. Parla con una faccia immobile, quasi di plastica, che non tradisce emozioni. Passano solo le smorfie e i gesti dell’Insolente. Chiari invece i suoi sermoni: “l’unica religione di Dio è l’Islam” e “chi è fuori dall’Islam è nell’errore e perderà”. “È la stampa bellezza, e tu non puoi farci niente”, diceva il mitico Humphrey Bogart. “È Gheddafi, bellezza”: ma qualcosa, qui, come uomini possiamo fare. Almeno un po’ di schiena diritta e un sano scatto di indignazione.
IL FIUME DELLA PREPOTENZA ha un letto molto largo, che contiene e trasporta di tutto, impetuosamente. Cresce il deficit di democrazia e dell’etica in questo tempo di bolle, speculazioni, uragani di borse. Il potere si inclina facilmente verso la sopraffazione e la prepotenza. Un comportamento diffuso è quello dell’occultamento. Molto opportuno il richiamo di Christian Wanner, presidente dei direttori cantonali delle finanze, contro chi si “dimentica” di dichiarare un milione al fisco e scivola nell’impunità, a differenza del povero cristo, colpito per aver modificato il proprio certificato di salario di 500 franchi. Un’ingiustizia che urla, produce sfiducia, mina le radici della convivenza.
PREPOTENTI con il loro stupido e irresponsabile agire sono gli sprayer. A Como, quale alta espressione dell’allegria di carnevale, hanno scritto bestemmie sui marmi della Cattedrale. A Basilea hanno individuato 5 creativi della bomboletta che avevano imbrattato 42 pareti. Dovranno risarcire 115 mila franchi: efficace “lingua” universale.

Fonte articolo e vignetta 'Il Caffé'

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