A questo punto, però, si pone un interrogativo pesante e grave: perché i poteri competenti (governo, questure, magistrature, servizi e che so altro) non hanno immediatamente predisposto misure di protezione speciale per Brenda invece di lasciarla in preda a tutte le ragioni di omicidio preventivo (per assicurare tranquillità a tutti coloro che avevano avuto qualcosa a che fare con lei).
La transessuale è stata coinvolta in un sotterraneo giro di corruzione e ricatti. Tutto questo era noto al colto e all’inclita e tutto questo procedeva in complice e serena tranquillità fino a quando non è esploso il caso Marrazzo. A quel punto doveva
essere chiaro a tutti e alle varie autorità dello stato, in primo luogo, che Brenda era un obiettivo: toglierla di mezzo era obbligatorio per annullare eventuali minacce e possibili ricatti. Un obiettivo, direi strategico, per molti o per alcuni, certo non peruno solo. Questa verità non poteva sfuggire a nessuno e tanto meno alle autorità responsabili della sicurezza dei cittadini, ancorché transessuali.
Invece non è stato fatto nulla, nessuna misura di protezione per quello che era un obiettivo chiaro, evidente e, aggiungerei, obbligato. Nonostante tutto ciò, nonostante il pericolo fosse sotto gli occhi di tutti, non è stato fatto nulla per proteggere la vita di Brenda e dei suoi segreti.
Stando le cose a questo modo ripeto che ci troviamo di fronte a un omicidio di Stato: questo è il dato di fatto grande, enorme. A questo punto nessun cittadino italiano si può contentare delle indagini su chi è stato l’omicida, su chi ha commesso il delitto, su chi ha ammazzato Brenda.
La vera indagine che si chiede è su chi la lasciato che Renda fosse tranquillamente ammazzata per la tranquillità di personaggi importanti e per le stesse gerarchie dello stato italiano. Ci sarà qualcuno che in Parlamento solleverà la questione? Aspettiamo fiduciosi, pur sapendo che gli omicidi di stato godono di più di una protezione.
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