Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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mercoledì 11 novembre 2009
STEFANO BENNI: 'Dopo il Signor B. rimarrà il nulla' di Marco Travaglio
Lo scrittore tra politica, cultura e il nuovo libro
(Immagine e intervista tratta da 'Il Fatto Quotidiano')
Stefano Benni,che libro è il tuo “Pane e tempesta?”
Lo decideranno i lettori. Sento dire che è il mio “ritorno alla comicità”. Forse si ride più che nei due o tre precedenti, ma non mi sembra di aver mai rinunciato all’ironia.
E’ una fuga dall’attualità o un modo di raccontarla di nascosto?
Si possono scrivere libri ambientati in anni o secoli passati che raccontano il presente meglio di una cronaca giornalistica o di un “attualissimo” e litigioso dibattito televisivo. I libri non urlano uno sopra l’altro. Tutt’al più si fanno concorrenza.
C’è qualcuno che somiglia a te nel libro?O a qualcuno che conosci?O che conosciamo noi?
Indovina.
E’ un libro pieno di umorismo. A che serve, se serve, ridere oggi?
Ti rigiro la domanda. Ho letto i tuoi ultimi corsivi e li ho trovati pieni di vena comica. Perché lo fai? Perché è inutile? Ci sono molti modi di ridere: alcuni inquietano e fanno riflettere, altri divertono e basta, altri sono meccanici e stupidi. Diciamo che “non servono”, anzi sono sleali le risate preregistrate della televisione. E anche la satira, talvolta, può essere banale e retorica.
Ti si legge di rado,da un po’di tempo, sui giornali. Poche cose da dire o troppe?
Ho sempre avuto periodi di grafomania e periodi di secca. In realtà, invecchiando, mi sembra che le parole siano diventate più pesanti, mi sento più responsabile e ci metto molto a scrivere anche un articolo di venti righe. Ma presto ci riproverò.
Siccome ti si legge e sente poco, mi fai un riassunto di come la vedi?
Seria, ma non disperata per l’Italia. Quasi disperata per la terra, il clima, i virus da laboratorio, le guerre che non finiscono e tutto il resto.
Perché te ne sei andato da Bologna?
In primo luogo non c’erano molte occasioni o stimoli di lavoro. In secondo luogo non andavo più allo stadio perché il Bologna calcio è molto decaduto. Ma soprattutto ho seguito mio figlio che è venuto a studiare a Roma.
Non rientri nemmeno ora che al posto di Cofferati c’è Delbono?
Torno spesso a Bologna, ho ancora tanti amici, ma non fa più per me. E’ una città depressa, ha perso il senso dell’ironia, non tollera la minima critica. Ma forse ultimamente qualcosa sta cambiando.
Possibile che sia meglio Roma?
Roma è dieci città diverse, belle e orribili. Quando ti stanchi di una, puoi scappare in un’altra. E poi io sono sempre in giro.
Hai votato ultimamente?
Il voto e il confessionale sembrano l’unica forma di privacy rimasta in Italia, non so ancora per quanto. Vedo già le telecamere in agguato su urne e chiese. Perciò non te lo dico.
Alle primarie del Pd?
No, alle primarie non ho votato, ma non sfotto chi ci è andato.
Rutelli se ne va con Casini, D’Alema se ne va in Europa, la Binetti resta. E’ perché non si può avere tutto dalla vita?
Casini, che non ha mai goduto delle mie simpatie, ha dimostrato in questi ultimi anni meno attaccamento al potere di Rutelli. D’Alema, in Europa va benissimo, lo vedrei bene anche come assessore in Tasmania o allenatore del Chelsea, meno sproloquia di ribaltoni in patria e meglio è. La Binetti… oddio, abbiamo avuto Mastella ministro della Giustizia e ci preoccupiamo della Binetti?
Battiato mi ha detto che ha votato Bersani ma non può dirsi di sinistra perché non sa cosa sia nell’Italia di oggi. Puoi aiutarlo?
Gli dico che un centro di gravità permanente forse non lo trova più, ma tanti pianetini di intelligenza, nel cosmo delle idee italiane, forse sì.
Per esempio dove?
Vicino al “grande” volontariato, a volte assistito e burocratizzato, stanno nascendo forme di solidarietà civile più agili e autonome. I “vecchi” immigrati, per esempio, si riuniscono per aiutare i nuovi immigrati, creano sportelli di assistenza, gestiscono campi di gioco e doposcuola, danno vita da soli alla solidarietà che le istituzioni negano. E lo fanno alla luce del sole, non con le mafiette etniche che hanno imperversato finora.
Rimpiangeremo Prodi? Possibile che l’unico che ha battuto due volte Berlusconi sia a casa, mentre quelli che han sempre perso guidano l’opposizione?
Sì, ha vinto due volte, perché in Italia a volte la mamma buona e brontolona può battere il babbo megalomane. Ma Prodi ha sempre convinto i suoi elettori, mai i suoi eletti.
Ti soddisfa l’opposizione del Pd?
Forse sto invecchiando e ho sentito male: hai detto veramente “opposizione del Pd”?
Che consiglieresti a Bersani?
Di andare più in giro per l’Italia e meno in tv. Di preferire gli esempi agli slogan. Di non affidare il futuro della sinistra ai giudici. Ma tanto nessuno ascolta i consigli dei “dissidenti”, vengono sollecitati solo la settimana prima delle elezioni.
A parte i giudici, che non godono di grande popolarità nemmeno nel Pd, già sento l’obiezione del Politburo: ecco la solita sinistra “minoritaria“ e “perdente”.
La politica che a me dà speranza oggi è in gran parte fuori dal Parlamento. Ci sono mille realtà più o meno di opposizione che continuano a non rassegnarsi alla miseria dei tempi. Si obietta: ma non sono un partito e forse non lo diventeranno mai. La ragione è che affrontano situazioni complesse e concrete, la semplificazione dell’attuale politica le snaturerebbe. Minoritario è chi ha sempre meno idee e le copia dai vincitori. Perdente è chi perde il legame con la complessità di un paese.
Tu continui testardamente a non andare in televisione a promuovere i tuoi libri. Perché?
Li promuove il mio editore e li promuovo io andando nelle librerie. L’ho già detto, voglio farcela avendo come primo sponsor la mia scrittura, e finora ci sono riuscito. Magari prima o poi andrò da Fazio, così il mio editore la smette di martellarmi i coglioni. Ma ci andrò quando il libro avrà conqui statoisuoilettori.Comunqueloscan dalo vero è che in televisione non si parla mai dei libri di Vespa. Solo tre-quattrocento ore ogni volta. Perché questa emarginazione?
Sottoscrivo, faremo una petizione contro l’oscuramento di Vespa. Tu intanto ti esibisci anche in teatro e Baricco dice che sei il migliore a leggere in Italia.
Mi fa piacere la stima di Baricco, anche se mi ha procurato l’odio di un bel po’ di attori. Ma non temano: sono solo uno che legge con passione, non un attore professionista.
Lo so che Berlusconi solo a nominarlo fa star male: ma pensi che sia davvero finito o almeno stia finendo?
Berlusconi forse sì. La sua corte, il suo sistema di potere, lo sfascio delle regole, la tendenza degli italiani a non sentirsi più responsabili di nulla, questo non finirà presto.
Qual è la cosa di lui che ti dà più fastidio?
Il suo vittimismo rabbioso. E’ vero che viene denigrato e attaccato. Ma, a differenza degli altri leader europei, ha un bell’esercito mediatico che lo difende. E lui passa la maggior parte del suo tempo a ringhiare e odiare. Odia i due terzi del paese che dovrebbe governare. E poi la smetta di dire: “Ridatemi l’onore”. Vada ai processi e se lo riprenda. L’onore e la dignità non sono merci da lodi o leggine.
Una cosa buona su di lui.
Credo che sia sinceramente affezionato alla sua famiglia. Figli, nipoti eccetera.
Alla moglie, meno. Questa non valeva, dimmi un’altra cosa buona.
Ma è una tortura! Diciamo che è nella lista degli italiani più sexy, meno di Brunetta ma più di Topo Gigio.
Perché, secondo te, gli italiani gli hanno perdonato rapporti con la mafia, corruzioni, fondi neri, leggi vergogna, conflitti d’interessi, cazzate e porcate assortite, ma ha perso consensi per le escort?
Perché in questi ultimi tempi i giornali si sono mobilitati e indignati per Noemi cento volte più che per Dell’Utri o per le leggi ad personam.
Guardi mai la tv?
Non ho la televisione, quindi la guardo poco, ma ormai è lei che guarda me. In albergo, al ristorante, a casa di amici, persino in taxi. Ovviamente, ogni tanto vedo qualcosa di decente. Ma non mi va di aspettare ore col telecomando in mano per beccare dieci minuti interessanti. Mi piacciono la Gabanelli e il “Dottor House”. Programmi sanguinari, come vedi…
Sei fra quelli che sperano in Obama o fra quelli che già non ne possono più della retorica pro Obama?
Ma ci ricordiamo cos’era Bush? Sono fra quelli che sperano in Obama e ritengono la sua vittoria un mezzo miracolo. Questo non vuole dire che Obama sia un modello esportabile in Italia.Veltroni voleva fare Obama ed è finito a fare \Tyson.
Ora che il nostro è pappa e ciccia con Putin e ha perso per strada l’amico Bush, ci salverà la Cia?
Credo che i rapporti tra Putin,il Kgb e la Cia siano buonissimi.
Una volta auspicavi la morte di Andreotti per potergli aprire la gobba e vedere la scatola nera: non pensi che, quando morirà, la sua scatola nera sarà già vecchia e superatadaglieventienonfregherà più niente a nessuno?
Non è una battuta mia. Questa della scatola nera è una battuta di Grillo e non auspicava affatto la morte di Andreotti, diceva “quando ciò succederà”. Ma credo che la scatola nera di Andreotti,come quella di Berlusconi,resterà in fondo al mare.
Ti meraviglia scoprire che lo Stato trattò con la mafia anche per fondare la Seconda Repubblica?
Ma dai, davvero?
Giuro.
Bè, è tempo di holding…
E di joint venture… Ti capita mai di rimpiangere qualcosa del passato? Qualche momento della Prima Repubblica, o l’epoca di Mani Pulite e della Primavera di Palermo, o i girotondi, l’Ulivo o cosa?
Rimpiango la speranza di non tornare a certi orrori che c’era, a sinistra e a destra, nel dopoguerra.
Che te ne pare della svolta del nostro amico Grillo?
Lo preferivo quando faceva più controinformazione e meno proclami politici. Però è una persona onesta. Si può detestare quello che scrive, ma il suo blog è un nuovo giornale nato senza lobby alle spalle, una voce in più nel tanto auspicato pluralismo. Il suo blog, per esempio, è stato il primo a denunciare le morti inspiegabili di persone arrestate.
Hai qualche rimpianto nel tuo lavoro?
Non avere mai fatto nulla con De André. Eravamo amici, troppo rispettosi della riservatezza dell’altro. E’ il solo vero rimpianto intellettuale che ho.
Se garantisci che non mi quereli, ti chiedo una risposta da intellettuale : che fanno oggi gli intellettuali, sempreché ne esistano ancora?
Gli intellettuali sono di cento tipi diversi. I cortigiani, i presenzialisti, gli eremiti, i tromboni, gli organici, i mistici. Ma ce ne sono molti che non si sono venduti. E per intellettuali non intendo solo scrittori, ma anche i giornalisti, i maestri di scuola, gli studenti, i geologi, gli idraulici creativi e chiunque metta idee nel suo lavoro. E gli immigrati che ci portano la loro cultura, non solo i loro bisogni.
Perché hai fatto la pubblicità al tuo libro sul Fatto Quotidiano e hai dato l’unica intervista a noi?
Perché siete una cosa nuova. Mi piace la vostra veste grafica, sembrate un giornale ucraino degli anni Sessanta. Comunque il mio giornale resta sempre il Manifesto. Ho imparato moltissimo lavorando con loro.
Quindi scriverai qualcosa per noi?
Quando tu e Santoro apparirete in televisione come uomini-sandwich con la copertina del mio libro.
Cosa manca alla sinistra italiana?
L’ho già detto. Per me, e forse anche per altri, mancano esempi. Non parole, cambi di marchio,slogan rockettari, cartelloni stradali, dibattiti televisivi e concertoni. Esempi, semplici esempi di diversità dalla politica attuale. Dare esempi è infinitamente più difficile che inventarsi slogan.
Come va a finire?
Berlusconi si dimette e il giorno dopo una cometa distrugge la terra.
(Immagine e intervista tratta da 'Il Fatto Quotidiano')
Stefano Benni,che libro è il tuo “Pane e tempesta?”
Lo decideranno i lettori. Sento dire che è il mio “ritorno alla comicità”. Forse si ride più che nei due o tre precedenti, ma non mi sembra di aver mai rinunciato all’ironia.
E’ una fuga dall’attualità o un modo di raccontarla di nascosto?
Si possono scrivere libri ambientati in anni o secoli passati che raccontano il presente meglio di una cronaca giornalistica o di un “attualissimo” e litigioso dibattito televisivo. I libri non urlano uno sopra l’altro. Tutt’al più si fanno concorrenza.
C’è qualcuno che somiglia a te nel libro?O a qualcuno che conosci?O che conosciamo noi?
Indovina.
E’ un libro pieno di umorismo. A che serve, se serve, ridere oggi?
Ti rigiro la domanda. Ho letto i tuoi ultimi corsivi e li ho trovati pieni di vena comica. Perché lo fai? Perché è inutile? Ci sono molti modi di ridere: alcuni inquietano e fanno riflettere, altri divertono e basta, altri sono meccanici e stupidi. Diciamo che “non servono”, anzi sono sleali le risate preregistrate della televisione. E anche la satira, talvolta, può essere banale e retorica.
Ti si legge di rado,da un po’di tempo, sui giornali. Poche cose da dire o troppe?
Ho sempre avuto periodi di grafomania e periodi di secca. In realtà, invecchiando, mi sembra che le parole siano diventate più pesanti, mi sento più responsabile e ci metto molto a scrivere anche un articolo di venti righe. Ma presto ci riproverò.
Siccome ti si legge e sente poco, mi fai un riassunto di come la vedi?
Seria, ma non disperata per l’Italia. Quasi disperata per la terra, il clima, i virus da laboratorio, le guerre che non finiscono e tutto il resto.
Perché te ne sei andato da Bologna?
In primo luogo non c’erano molte occasioni o stimoli di lavoro. In secondo luogo non andavo più allo stadio perché il Bologna calcio è molto decaduto. Ma soprattutto ho seguito mio figlio che è venuto a studiare a Roma.
Non rientri nemmeno ora che al posto di Cofferati c’è Delbono?
Torno spesso a Bologna, ho ancora tanti amici, ma non fa più per me. E’ una città depressa, ha perso il senso dell’ironia, non tollera la minima critica. Ma forse ultimamente qualcosa sta cambiando.
Possibile che sia meglio Roma?
Roma è dieci città diverse, belle e orribili. Quando ti stanchi di una, puoi scappare in un’altra. E poi io sono sempre in giro.
Hai votato ultimamente?
Il voto e il confessionale sembrano l’unica forma di privacy rimasta in Italia, non so ancora per quanto. Vedo già le telecamere in agguato su urne e chiese. Perciò non te lo dico.
Alle primarie del Pd?
No, alle primarie non ho votato, ma non sfotto chi ci è andato.
Rutelli se ne va con Casini, D’Alema se ne va in Europa, la Binetti resta. E’ perché non si può avere tutto dalla vita?
Casini, che non ha mai goduto delle mie simpatie, ha dimostrato in questi ultimi anni meno attaccamento al potere di Rutelli. D’Alema, in Europa va benissimo, lo vedrei bene anche come assessore in Tasmania o allenatore del Chelsea, meno sproloquia di ribaltoni in patria e meglio è. La Binetti… oddio, abbiamo avuto Mastella ministro della Giustizia e ci preoccupiamo della Binetti?
Battiato mi ha detto che ha votato Bersani ma non può dirsi di sinistra perché non sa cosa sia nell’Italia di oggi. Puoi aiutarlo?
Gli dico che un centro di gravità permanente forse non lo trova più, ma tanti pianetini di intelligenza, nel cosmo delle idee italiane, forse sì.
Per esempio dove?
Vicino al “grande” volontariato, a volte assistito e burocratizzato, stanno nascendo forme di solidarietà civile più agili e autonome. I “vecchi” immigrati, per esempio, si riuniscono per aiutare i nuovi immigrati, creano sportelli di assistenza, gestiscono campi di gioco e doposcuola, danno vita da soli alla solidarietà che le istituzioni negano. E lo fanno alla luce del sole, non con le mafiette etniche che hanno imperversato finora.
Rimpiangeremo Prodi? Possibile che l’unico che ha battuto due volte Berlusconi sia a casa, mentre quelli che han sempre perso guidano l’opposizione?
Sì, ha vinto due volte, perché in Italia a volte la mamma buona e brontolona può battere il babbo megalomane. Ma Prodi ha sempre convinto i suoi elettori, mai i suoi eletti.
Ti soddisfa l’opposizione del Pd?
Forse sto invecchiando e ho sentito male: hai detto veramente “opposizione del Pd”?
Che consiglieresti a Bersani?
Di andare più in giro per l’Italia e meno in tv. Di preferire gli esempi agli slogan. Di non affidare il futuro della sinistra ai giudici. Ma tanto nessuno ascolta i consigli dei “dissidenti”, vengono sollecitati solo la settimana prima delle elezioni.
A parte i giudici, che non godono di grande popolarità nemmeno nel Pd, già sento l’obiezione del Politburo: ecco la solita sinistra “minoritaria“ e “perdente”.
La politica che a me dà speranza oggi è in gran parte fuori dal Parlamento. Ci sono mille realtà più o meno di opposizione che continuano a non rassegnarsi alla miseria dei tempi. Si obietta: ma non sono un partito e forse non lo diventeranno mai. La ragione è che affrontano situazioni complesse e concrete, la semplificazione dell’attuale politica le snaturerebbe. Minoritario è chi ha sempre meno idee e le copia dai vincitori. Perdente è chi perde il legame con la complessità di un paese.
Tu continui testardamente a non andare in televisione a promuovere i tuoi libri. Perché?
Li promuove il mio editore e li promuovo io andando nelle librerie. L’ho già detto, voglio farcela avendo come primo sponsor la mia scrittura, e finora ci sono riuscito. Magari prima o poi andrò da Fazio, così il mio editore la smette di martellarmi i coglioni. Ma ci andrò quando il libro avrà conqui statoisuoilettori.Comunqueloscan dalo vero è che in televisione non si parla mai dei libri di Vespa. Solo tre-quattrocento ore ogni volta. Perché questa emarginazione?
Sottoscrivo, faremo una petizione contro l’oscuramento di Vespa. Tu intanto ti esibisci anche in teatro e Baricco dice che sei il migliore a leggere in Italia.
Mi fa piacere la stima di Baricco, anche se mi ha procurato l’odio di un bel po’ di attori. Ma non temano: sono solo uno che legge con passione, non un attore professionista.
Lo so che Berlusconi solo a nominarlo fa star male: ma pensi che sia davvero finito o almeno stia finendo?
Berlusconi forse sì. La sua corte, il suo sistema di potere, lo sfascio delle regole, la tendenza degli italiani a non sentirsi più responsabili di nulla, questo non finirà presto.
Qual è la cosa di lui che ti dà più fastidio?
Il suo vittimismo rabbioso. E’ vero che viene denigrato e attaccato. Ma, a differenza degli altri leader europei, ha un bell’esercito mediatico che lo difende. E lui passa la maggior parte del suo tempo a ringhiare e odiare. Odia i due terzi del paese che dovrebbe governare. E poi la smetta di dire: “Ridatemi l’onore”. Vada ai processi e se lo riprenda. L’onore e la dignità non sono merci da lodi o leggine.
Una cosa buona su di lui.
Credo che sia sinceramente affezionato alla sua famiglia. Figli, nipoti eccetera.
Alla moglie, meno. Questa non valeva, dimmi un’altra cosa buona.
Ma è una tortura! Diciamo che è nella lista degli italiani più sexy, meno di Brunetta ma più di Topo Gigio.
Perché, secondo te, gli italiani gli hanno perdonato rapporti con la mafia, corruzioni, fondi neri, leggi vergogna, conflitti d’interessi, cazzate e porcate assortite, ma ha perso consensi per le escort?
Perché in questi ultimi tempi i giornali si sono mobilitati e indignati per Noemi cento volte più che per Dell’Utri o per le leggi ad personam.
Guardi mai la tv?
Non ho la televisione, quindi la guardo poco, ma ormai è lei che guarda me. In albergo, al ristorante, a casa di amici, persino in taxi. Ovviamente, ogni tanto vedo qualcosa di decente. Ma non mi va di aspettare ore col telecomando in mano per beccare dieci minuti interessanti. Mi piacciono la Gabanelli e il “Dottor House”. Programmi sanguinari, come vedi…
Sei fra quelli che sperano in Obama o fra quelli che già non ne possono più della retorica pro Obama?
Ma ci ricordiamo cos’era Bush? Sono fra quelli che sperano in Obama e ritengono la sua vittoria un mezzo miracolo. Questo non vuole dire che Obama sia un modello esportabile in Italia.Veltroni voleva fare Obama ed è finito a fare \Tyson.
Ora che il nostro è pappa e ciccia con Putin e ha perso per strada l’amico Bush, ci salverà la Cia?
Credo che i rapporti tra Putin,il Kgb e la Cia siano buonissimi.
Una volta auspicavi la morte di Andreotti per potergli aprire la gobba e vedere la scatola nera: non pensi che, quando morirà, la sua scatola nera sarà già vecchia e superatadaglieventienonfregherà più niente a nessuno?
Non è una battuta mia. Questa della scatola nera è una battuta di Grillo e non auspicava affatto la morte di Andreotti, diceva “quando ciò succederà”. Ma credo che la scatola nera di Andreotti,come quella di Berlusconi,resterà in fondo al mare.
Ti meraviglia scoprire che lo Stato trattò con la mafia anche per fondare la Seconda Repubblica?
Ma dai, davvero?
Giuro.
Bè, è tempo di holding…
E di joint venture… Ti capita mai di rimpiangere qualcosa del passato? Qualche momento della Prima Repubblica, o l’epoca di Mani Pulite e della Primavera di Palermo, o i girotondi, l’Ulivo o cosa?
Rimpiango la speranza di non tornare a certi orrori che c’era, a sinistra e a destra, nel dopoguerra.
Che te ne pare della svolta del nostro amico Grillo?
Lo preferivo quando faceva più controinformazione e meno proclami politici. Però è una persona onesta. Si può detestare quello che scrive, ma il suo blog è un nuovo giornale nato senza lobby alle spalle, una voce in più nel tanto auspicato pluralismo. Il suo blog, per esempio, è stato il primo a denunciare le morti inspiegabili di persone arrestate.
Hai qualche rimpianto nel tuo lavoro?
Non avere mai fatto nulla con De André. Eravamo amici, troppo rispettosi della riservatezza dell’altro. E’ il solo vero rimpianto intellettuale che ho.
Se garantisci che non mi quereli, ti chiedo una risposta da intellettuale : che fanno oggi gli intellettuali, sempreché ne esistano ancora?
Gli intellettuali sono di cento tipi diversi. I cortigiani, i presenzialisti, gli eremiti, i tromboni, gli organici, i mistici. Ma ce ne sono molti che non si sono venduti. E per intellettuali non intendo solo scrittori, ma anche i giornalisti, i maestri di scuola, gli studenti, i geologi, gli idraulici creativi e chiunque metta idee nel suo lavoro. E gli immigrati che ci portano la loro cultura, non solo i loro bisogni.
Perché hai fatto la pubblicità al tuo libro sul Fatto Quotidiano e hai dato l’unica intervista a noi?
Perché siete una cosa nuova. Mi piace la vostra veste grafica, sembrate un giornale ucraino degli anni Sessanta. Comunque il mio giornale resta sempre il Manifesto. Ho imparato moltissimo lavorando con loro.
Quindi scriverai qualcosa per noi?
Quando tu e Santoro apparirete in televisione come uomini-sandwich con la copertina del mio libro.
Cosa manca alla sinistra italiana?
L’ho già detto. Per me, e forse anche per altri, mancano esempi. Non parole, cambi di marchio,slogan rockettari, cartelloni stradali, dibattiti televisivi e concertoni. Esempi, semplici esempi di diversità dalla politica attuale. Dare esempi è infinitamente più difficile che inventarsi slogan.
Come va a finire?
Berlusconi si dimette e il giorno dopo una cometa distrugge la terra.
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Ciao!
RispondiEliminaComplimenti...sia per il blog in generale, molto interessante, sia per aver postato questa intervista! Non la condivido in pieno, ma un paio di battute resteranno memorabili...sempre immenso Stefano Benni! Giorgio
Ciao Giorgio, grazie per i complimenti, non tutte le opinioni sono condivisibili ma è importante esprimerle liberamente sempre nella liceità e senza offendere nessuno.
RispondiEliminaBen arrivato nel blog. ros
Intervista a Roberto Vecchioni pubblicata dal Il Fatto Quotidiano il 12 novembre 2009
RispondiEliminasu: www.simonemercurio.ilcannocchiale.it
sime
Ciao Sime, grazie per essere passato, avevo già letto su Il Fatto l'intervista fatta a Vecchioni, molto interessante, compliment
RispondiEliminaquest'intervista riunisce i miei due personaggi preferiti nel panorama italiano odierno, benni e travaglio..grazie! un saluto dall'australia
RispondiEliminapaola