Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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giovedì 29 ottobre 2009
SESSO E POTERE, UN ALTRO MONDO DOVE I CORPI NON SONO IN VENDITA di Mariuccia Ciotta
La doppia morale è qualcosa che piace al potere, piace ai benpensanti. Dio, patria e famiglia, predica Tremonti, buon ultimo, il quale sa bene che il rovescio della medaglia è l’allegra, e privatissima, pratica del bordello. La santa e la prostituta, l’amor sacro e l’amor profano. Ora, se un governante la pensa così, che il «piacere» va soddisfatto a pagamento, che un corpo umano è merce sul mercato, mentre la «famiglia» è la cellula della società, da salvaguardare a tutti i costi (lo sfogo prezzolato), pilastro dell’economia e dell’ordine pubblico, lo considero un avversario politico. Non c’entra il moralismo, c’entra l’idea che abbiamo dei rapporti tra le persone e quindi di un modello culturale diverso da quello ipocrita del dispensatore di «valori» (d’accordo con l’editoriale di Ida Dominijanni). L’idea di cos’è la felicità, estesa alla sfera intima, una felicità basata su piaceri ben più «perversi» del sesso a pagamento, cioè di rapporti erotici e sentimentali liberi, omo, etero e trans. E che c’entra invece il libertinaggio, che c’entrano le prodezze sessuali, una, cento, mille amanti? Berlusconi non ha amanti. Bill Clinton, sì ne aveva, ed è cosa ben diversa. Monica Levinsky non era un «vizio privato» del presidente, era una relazione privata, uno scambio tra individui e poco importa se lei era la sua segretaria. Non c’è soluzione di continuità tra il Berlusconi che maneggia corpi di donne e corpi di precari e di «clandestini», tutti sono a «sua disposizione», tutti hanno un prezzo. Il giudizio sul mondo di riferimento di un premier che paga intermediari per avere carne fresca da consegnare a domicilio ci riguarda, ma per ragioni opposte alla pulsione bacchettona che caratterizza il suo schieramento. Sono loro ad essere contro le unioni di fatto e i matrimoni gay, sono loro che demonizzano il ’68 come fonte di ogni disordine, sesso, droga e rock’n’roll. Ci riguarda perché va contro la nostra concezione della persona, che le escort e le veline siano complici o no, perché è la prova dell’«abuso di potere». E non solo, come giustamente è stato detto più volte, a causa della contropartita in termini elettorali e televisivi offerta da Berlusconi in cambio delle prestazioni sessuali, ma per l’ignobile visione del potere come esercizio di sopraffazione. Quale presente e futuro ci riserva chi intrattiene se stesso con l’altro «libero» solo di vendersi? E il quesito va al di là del sesso, si espande e tocca categorie di varia umanità. È anche per questo che, nonostante le evidenti differenze con il caso del presidente della regione Lazio (che non ha offerto posti di lavoro alle sue prostitute), penso che Marrazzo non possa più rappresentarci. Le interpretazioni per il suo abbandono definitivo dalla politica si sono arricchite nel corso del tempo, a proposito della «protezione » offerta dal capo della maggioranza che lo avrebbe reso vulnerabile. Il «bacio della morte» di Berlusconi. Ma, anche se è vero, è sempre un modo di eludere la questione principale, su cui molti si ritraggono per evitare l’accusa di «frugare tra le lenzuola» e di dare lezione di etica. La vita, sulla quale il biopotere ha messo le mani, e che costituisce la materia prima di ogni programma di cambiamento. Al «personale» intoccabile si finisce poi per assumere anche la storia giudiziaria dei politici, vista come ulteriore «distrazione» dal giudizio sull’attività di governo. Affari loro se hanno trasferito capitali all’estero, corrotto giudici, creato società off-shore, gonfiato diritti tv... Certo, se tutto si risolve in un tintinnar di manette si oscura l’intreccio indistricabile tra l’agire privato e quello politico. I giornali di riferimento del premier, sostengono che il Berlusconi dongiovanni non avendo commesso reato, mentre Marrazzo sì (avrebbe ceduto al ricatto), deve restare al suo posto e l’altro dimettersi. Sono stati accontentati, anche se l’ex governatore non risulta inquisito. Il «reato» però non è solo ascrivibile alle tavole della legge. Dicono anche che la «gnocca» (parole del portavoce del presidente del consiglio, Feltri) è un’attenuante mentre il trans è un aggravante. Questo vale solo a casa loro. Se Berlusconi avesse avuto un amante trans e Marrazzo pure, li avremmo difesi fino all’ultimo respiro, ci avremmo messo più gusto a difenderli. Non di questo però si tratta. La differenza tra il caso Berlusconi e quello Marrazzo è soprattutto nella reazione dei rispettivi schieramenti di governo ed elettorali. I primi considerano il comportamento di Berlusconi una prova di esuberanza maschile, un modo invidiabile di spendere il suo potere, gli altri si sono sentiti offesi e non certo per la "devianza" del leader regionale (che anzi semmai merita comprensione) ma perché ha tradito l’idea di un mondo migliore che esclude il traffico di esseri umani, che è fatto di progetti d’amore, di conquiste civili, di diritti e di comportamenti non più illeciti, ma praticabili alla luce del sole. Un mondo senza doppia morale.
I «puttanieri» della commedia all’italiana sono la fotografia di un’Italia che il famigerato ’68 ha spazzato via, frutto delle lotte di donne, e di uomini, che chiedono una gestione della cosa pubblica basata sul rispetto di ognuno e di tutti.
Fonte articolo
I «puttanieri» della commedia all’italiana sono la fotografia di un’Italia che il famigerato ’68 ha spazzato via, frutto delle lotte di donne, e di uomini, che chiedono una gestione della cosa pubblica basata sul rispetto di ognuno e di tutti.
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Molto vero, concordo con te.
RispondiEliminaDaniela
D'accordo su quasi tutto. Purtroppo il '68 non ha spazzato via la doppia morale, e per me questo è il maggiore fallimento della sinistra, quello che si tira dietro tutti gli altri.
RispondiEliminaLa rivoluzione necessaria, quella culturale, non è mai avvenuta, nemmeno negli stessi ambienti della sinistra.
Avremo una seconda opportunità?