Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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sabato 24 ottobre 2009
MALCOSTUME MEZZO GAUDIO di Marco Travaglio
Già è una fortuna, per certi politici italiani, vivere in Italia: in un altro paese sarebbero in galera. Quelli campani, poi, sono i più fortunati fra i fortunati: lì il livello di moralità medio, come diceva Woody Allen, “è un gradino sotto quelli che s’inchiappettano i bambini”. Uno può tranquillamente sparare a un avversario e poi affrontare orgoglioso le telecamere: “Ho le mani pulite, i cadaveri delle vittime li lascio intatti, mica come quel tale che li scioglie nell’acido”. Prendete Mastella (niente paura, è solo un modo di dire): con tutto quel che si sta scoprendo e si è già scoperto su di lui e la sua famiglia, anziché trovarsi un tombino, sprofondarci dentro e chiudere il coperchio, si dipinge come un galantuomo perchè “non sono mica il Padrino”. Bontà sua. Intanto nella lista dei 655 raccomandati per le assunzioni illegali all'Arpac, se ne contano 26 in quota Clemente, da non confondere con 16 in quota Sandra, con i 4 in quota Giuditta (cognato) e con alcuni in quota Camilleri (consuocero) e Pellegrino (figlio, che secondo i pm ha comprato il Porsche Cayenne da un camorrista). La famiglia è numerosa, ma pure pluralista, visto che il capostipite è laureato in filosofia: infatti ciascun membro rappresenta una corrente di pensiero originale, così come i rispettivi discepoli. Tutti di scuola ceppalonica, ma alcuni di ispirazione platonica, altri socratica, altri sofistica, altri peripatetica. Un giorno, a furia di raccomandare, lo statista sannita perse il conto e rischiò l’ernia al cervello: “Scusa, ma ‘sto Maccasese di Casoria chi cazz’è?”, domandò frastornato al direttore Arpac. E quello, sfogliando nervosamente l’Etica Nicomachea: “E’ un Ds che dobbiamo confermare, non è nostro, ho avuto indicazioni da Giggino”. Giggino è un giovane a promettente teorico della scuola pitagorica. Più prosaicamente, il braccio destro di don Clemente, tale Fantini, già beccato e poi prescritto nello scandalo delle ruberie sul terremoto dell'80, le lottizzazioni le rivendica: “Lo so che è un malcostume, ma lo facevano anche gli antichi greci”. Ora, gli antichi greci sterminavano anche i bambini dalla Rupe Tarpea, ma questo per fortuna Fantini non lo sa (ed è bene che nessuno l’avverta). Così l’on. Bocchino, con rispetto parlando, può commentare che sì, i Mastella non sono proprio gigli di campo, “ma nel Pd di Castellammare si sparano”, quindi non sottilizziamo. E poi diciamolo, che sarà mai un iscritto al Pd che spara a quell’altro: tutti denunciano la mancanza di ricambio delle classi dirigenti, poi quando si trova il modo di mandar via qualcuno, foss’anche al cimitero, fanno la faccia schizzinosa. Del resto l’altra sera il cosiddetto on. Lupi menava vanto del fatto che lo scudo fiscale non cancella i reati di mafia, ma “solo” frodi fiscali, false fatture, distruzioni dei libri contabili, falsi in bilancio e altre virtù cristiane. Roba da niente, se si guarda ai pedigree dei politici campani. Il governatore Bassolino ha un rinvio a giudizio per aver truffato la sua regione. Infatti, in omaggio al rinnovamento, il Pd lo vuole sostituire con Enzo De Luca, che invece ha due rinvii a giudizio per truffa. Al che Bassolino avrebbe commentato: ma non vi bastavo io? E s’è subito dato da fare per collezionare un altro rinvio a giudizio, così da eguagliare il rivale. Il Pdl replica da par suo con uno che rischia direttamente l’arresto per camorra, l’ottimo Cosentino. Ma allora perchè non De Gregorio, che il mandato di cattura l’ha già ricevuto? Intanto si scaldano a bordocampo anche Bocchino (soltanto indagato) e Alfredo Vito che, avendo già patteggiato 2 anni per mazzette, dovrebbe avere partita vinta a tavolino. L’altro giorno, raggiunto al telefono dal nostro Iurillo, Mastella s’è finto il proprio avvocato: temeva fossero i carabinieri. Che poi sono arrivati per davvero. Ma lui ha vibratamente protestato: “Ma come, i carabinieri in casa mia? Non si devono permettere”. Pazienza il camorrista che ha venduto il Suv al figlio. Ma se si sparge la voce che casa sua è frequentata da carabinieri, chiede i danni all'immagine.
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