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giovedì 1 ottobre 2009
Lo schiaffo di Antonio Padellaro
“Uno schiaffo agli onesti”. E ancora: “Un premio agli evasori e che rischia di aprire le porte anche al rientro di capitali della criminalità organizzata e del terrorismo internazionale”. Questa la dichiarazione sullo scudo fiscale del segretario del Pd Franceschini che abbiamo letto sui giornali di ieri. Parole forti che interpretano il sentimento di milioni di italiani ma che purtroppo tali sono rimaste. Dagli stessi giornali abbiamo appreso, infatti, che lo stesso Franceschini (con Bersani, D'Alema ed altri 56 deputati del Pd) non era in aula al momento di votare l'incostituzionalità del decreto Tremonti. Circostanza che insieme alle assenze di due dipietristi e otto deputati Udc non ha permesso all'opposizione di affondare l'iniquo scudo approfittando dei larghi vuoti nei banchi della maggioranza. Non è in discussione la buona fede di Franceschini e degli altri assenti, così come è fuori dubbio la loro determinazione nella battaglia contro lo scandaloso regalo del governo a malfattori e bancarottieri.
Il problema è che, troppo spesso, nei momenti decisivi, quando si tratta di sferrare il colpo del ko, per una ragione o per l'altra, il Pd non c'è, sta da un'altra parte e quel colpo resta in canna. Un vizio antico del centrosinistra che risale al primo governo Prodi quando si perse l'occasione di risolvere alla radice il conflitto d'interessi di Berlusconi. Con le conseguenze che sappiamo. Da allora è stato un susseguirsi di autogol fino al rigore sbagliato a porta vuota di martedì scorso. Assenze fisiologiche, minimizza qualcuno. No, non ci siamo perché se come ha detto drammaticamente Franceschini questo decreto rappresenta un concreto aiuto al crimine organizzato e al terrorismo occorreva fare le barricate e giocarsi la partita fino all'ultimo voto. E non lasciare che l'esercito si disperdesse altrove distratto dai conciliaboli congressuali. Dispiace ricordarlo ma quando l'altra volta toccò a loro fare l'opposizione i berluscones non mollarono mai la presa. L'unico non cattivo esempio che andrebbe seguito.
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