Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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lunedì 28 settembre 2009
Tutto ciò che il G20 non ha fatto di Loretta Napoleoni
(vignetta tratta da max-fraparentesi
Oscurata dalla notizia bomba di una nuova centrale nucleare iraniana, l’economia al G20 di Pittsburgh assume una posizione secondaria. La stampa internazionale addirittura la snobba e punta i riflettori sulla minaccia nucleare. Perchè meravigliarsi? In un mondo che ormai pensa di essere fuori dalla crisi economica, si torna a discutere di argomenti cari ai potenti: i nemici. E per il club allargato dei grandi della terra quest’incontro sembra uno strumento ad hoc per farlo. Così Pittsburgh ci regala due dati certi: una nuova organizzazione internazionale e la lotta contro l’evasione fiscale.
Il G20 sarà un appuntamento regolare dove due volte l’anno i suoi membri si faranno fotografare in qualche angolo blindato della terra.
Si occuperà dei problemi economici del mondo mentre al G8 spetterà gestire quelli della sicurezza e le relazioni internazionali. La lotta contro l’evasione, invece, diventa la bandiera della nuova crociata economica. Peccato che alcuni membri sono in prima fila tra chi questa attività l’agevola. A Pittsburgh nessuno ha chiesto agli italiani come riconciliano la nuova guerra santa con lo scudo fiscale, una manovra che non solo condona il falso in bilancio ma permetterà agli evasori di sviare la legislazione sul riciclaggio del denaro sporco. è possibile che nessuno dei grandi della terra si curi di ciò che avviene in Italia, ma dovrebbero farlo. Questa legge, se approvata, permetterà anche a società straniere dove evasori italiani hanno partecipazioni azionarie di beneficiare dello scudo; la Germania che tanto si preoccupa di Vaduz quale paradiso fiscale prediletto dagli evasori tedeschi, farebbero bene a guardare anche a sud delle Alpi perchè è probabile che se la legge viene approvata diversi milioni di euro svicoleranno attraverso le sue valli.
E passiamo a cosa non si è fatto. Il sistema finanziario non è stato ridisegnato anche se qualche agenzia stampa ha scambiato la cessione da parte delle grandi potenze del 5% dei voti del Fondo Monetario alle economie emergenti per un nuovo assetto monetario mondiale. Il nocciolo del problema non è il peso delle nazioni al suo interno ma il ruolo che il FMI insieme con altre, la Banca Mondiale ed anche l’Onu, devono rivestire nel nuovo mondo.
Niente Bretton Woods, dunque, ma un accordo contorto sui famosi buoni produzione dei banchieri, per far contenta la stampa internazionale che tanto ne ha parlato. Però senza un tetto massimo su questi o sui salari dei manager, piuttosto si tratta di un’esortazione a legarli alla performance delle banche. Ancora una volta si è abilmente aggirato il vero problema, e cioè com’è possibile che banche che solo 9 mesi fa hanno avuto bisogno di essere salvate adesso riportano all’attivo profitti simili a quelli del 2007?
La disoccupazione poi riceve l’attenzione di tutte le delegazioni che lanciano un monito: attenzione potrebbe salire ulteriormente, anche se stiamo uscendo dalla crisi. Ci si chiede perchè allora il G20 non fà qualcosa per arginarla?
Controverso e irrisolto un altro punto chiave: lo squilibrio delle economie reali, tanto a cuore al Presidente Obama. Negli ultimi 15 anni l’America ha sostenuto la produzione globale grazie al consumismo sfrenato diventando il grande importatore. Cina, paesi arabi ed economie emergenti, invece, sono i grandi esportatori, dove si consuma meno e si risparmia di più Obama vorrebbe correggere questo modello, ma nessuno dei fortunati esportatori, tra cui c’è anche la Germania, sembra intenzionato a farlo.
Viene spontaneo chiedersi se l’annuncio all’inizio del G20 della seconda centrale nucleare iraniana sia stato dato apposta, per sviare l’attenzione sugli scarsi risultati dell’incontro riguardo all’economia. Se questo era lo scopo è riuscito in pieno.
Fonte articolo
Oscurata dalla notizia bomba di una nuova centrale nucleare iraniana, l’economia al G20 di Pittsburgh assume una posizione secondaria. La stampa internazionale addirittura la snobba e punta i riflettori sulla minaccia nucleare. Perchè meravigliarsi? In un mondo che ormai pensa di essere fuori dalla crisi economica, si torna a discutere di argomenti cari ai potenti: i nemici. E per il club allargato dei grandi della terra quest’incontro sembra uno strumento ad hoc per farlo. Così Pittsburgh ci regala due dati certi: una nuova organizzazione internazionale e la lotta contro l’evasione fiscale.
Il G20 sarà un appuntamento regolare dove due volte l’anno i suoi membri si faranno fotografare in qualche angolo blindato della terra.
Si occuperà dei problemi economici del mondo mentre al G8 spetterà gestire quelli della sicurezza e le relazioni internazionali. La lotta contro l’evasione, invece, diventa la bandiera della nuova crociata economica. Peccato che alcuni membri sono in prima fila tra chi questa attività l’agevola. A Pittsburgh nessuno ha chiesto agli italiani come riconciliano la nuova guerra santa con lo scudo fiscale, una manovra che non solo condona il falso in bilancio ma permetterà agli evasori di sviare la legislazione sul riciclaggio del denaro sporco. è possibile che nessuno dei grandi della terra si curi di ciò che avviene in Italia, ma dovrebbero farlo. Questa legge, se approvata, permetterà anche a società straniere dove evasori italiani hanno partecipazioni azionarie di beneficiare dello scudo; la Germania che tanto si preoccupa di Vaduz quale paradiso fiscale prediletto dagli evasori tedeschi, farebbero bene a guardare anche a sud delle Alpi perchè è probabile che se la legge viene approvata diversi milioni di euro svicoleranno attraverso le sue valli.
E passiamo a cosa non si è fatto. Il sistema finanziario non è stato ridisegnato anche se qualche agenzia stampa ha scambiato la cessione da parte delle grandi potenze del 5% dei voti del Fondo Monetario alle economie emergenti per un nuovo assetto monetario mondiale. Il nocciolo del problema non è il peso delle nazioni al suo interno ma il ruolo che il FMI insieme con altre, la Banca Mondiale ed anche l’Onu, devono rivestire nel nuovo mondo.
Niente Bretton Woods, dunque, ma un accordo contorto sui famosi buoni produzione dei banchieri, per far contenta la stampa internazionale che tanto ne ha parlato. Però senza un tetto massimo su questi o sui salari dei manager, piuttosto si tratta di un’esortazione a legarli alla performance delle banche. Ancora una volta si è abilmente aggirato il vero problema, e cioè com’è possibile che banche che solo 9 mesi fa hanno avuto bisogno di essere salvate adesso riportano all’attivo profitti simili a quelli del 2007?
La disoccupazione poi riceve l’attenzione di tutte le delegazioni che lanciano un monito: attenzione potrebbe salire ulteriormente, anche se stiamo uscendo dalla crisi. Ci si chiede perchè allora il G20 non fà qualcosa per arginarla?
Controverso e irrisolto un altro punto chiave: lo squilibrio delle economie reali, tanto a cuore al Presidente Obama. Negli ultimi 15 anni l’America ha sostenuto la produzione globale grazie al consumismo sfrenato diventando il grande importatore. Cina, paesi arabi ed economie emergenti, invece, sono i grandi esportatori, dove si consuma meno e si risparmia di più Obama vorrebbe correggere questo modello, ma nessuno dei fortunati esportatori, tra cui c’è anche la Germania, sembra intenzionato a farlo.
Viene spontaneo chiedersi se l’annuncio all’inizio del G20 della seconda centrale nucleare iraniana sia stato dato apposta, per sviare l’attenzione sugli scarsi risultati dell’incontro riguardo all’economia. Se questo era lo scopo è riuscito in pieno.
Fonte articolo
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