Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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martedì 15 settembre 2009
I FEUDATARI DEL CAVALIERE di Gabriele Polo
Nessun gli faccia ombra: la celebrazione di quanto di buono e giusto abbia fatto il presidente del consiglio per i terremotati d’Abruzzo, deve andare in onda in prima serata e senza concorrenza. Serve a puntellare un’immagine traballante come gli equilibri interni alla maggioranza. Così,
questa sera, niente Ballarò,ma Porta a Porta in versione anticipata: palinsesti stravolti in nome della propaganda e delle opportunità politiche. La propaganda ossessivamente in onda. Il premier che rinuncia al sonno per occuparsi dei terremotati, che promette «case accoglienti e belle in giardini con statue, prima dell’inverno », che vuol «fare qualcosa che mai nessuno prima aveva fatto al mondo».
E, per ribadire il concetto, Berlusconi oggi si appropria di qualcosa che non c’entra nulla con il «modello Bertolaso», spaccia per «sua» un’opera frutto della solidarietà delle donazioni, progettata e costruita dalla regione Trentino, cresciuta esattamente accanto alle abitazioni distrutte e che accoglierà tutti gli abitanti di Onna. L’opposto del modello imposto agli altri abitanti dell’Aquila. Ma nessuno lo dirà, nessuno potrà spiegarlo. Almeno in televisione, almeno stasera. Perché - e qui si apre il terreno della lotta politica - il fedele alleato leghista non perde occasione per catturare sempre di più l’affetto di Berlusconi, per dimostrarsi il partner più affidabile: un azionista di riferimento che assomiglia sempre di più a un vero padrone. Così è il vice direttore generale Marano - quota Lega - a trascinare Vespa in prima serata. Comprensibile: la celebrazione dei «fasti» aquilani mal si sarebbe conciliata con un contemporaneo Ballarò, dedicato proprio a Berlusconi e certo con lui meno accondiscendente.
L’eccesso d’amore leghista per il premierè una delle facce della guerra di successione che attraversa il centrodestra e che durerà a lungo. E’uno scontro che in televisione diventa totale, annichilisce i giornalisti, getta nella precarietà esistenziale programmi come Annozero e Report, costruisce una comunicazione misera e servile. Fatta di rimozioni e bugie, di manovre e nebbie. Disegna un panorama di paese totalmente astratto, piega la lotta politica in intrigo, cancella la società (le sue differenze, le sue contraddizioni) per un funzionale racconto di palazzo.
Appresa la lezione - e per non perderne i frutti - i feudatari dell’imperatore sono ossessionati dall’incubo di perderlo e si apprestano a superarlo in bassezze.
Fonte articolo
questa sera, niente Ballarò,ma Porta a Porta in versione anticipata: palinsesti stravolti in nome della propaganda e delle opportunità politiche. La propaganda ossessivamente in onda. Il premier che rinuncia al sonno per occuparsi dei terremotati, che promette «case accoglienti e belle in giardini con statue, prima dell’inverno », che vuol «fare qualcosa che mai nessuno prima aveva fatto al mondo».
E, per ribadire il concetto, Berlusconi oggi si appropria di qualcosa che non c’entra nulla con il «modello Bertolaso», spaccia per «sua» un’opera frutto della solidarietà delle donazioni, progettata e costruita dalla regione Trentino, cresciuta esattamente accanto alle abitazioni distrutte e che accoglierà tutti gli abitanti di Onna. L’opposto del modello imposto agli altri abitanti dell’Aquila. Ma nessuno lo dirà, nessuno potrà spiegarlo. Almeno in televisione, almeno stasera. Perché - e qui si apre il terreno della lotta politica - il fedele alleato leghista non perde occasione per catturare sempre di più l’affetto di Berlusconi, per dimostrarsi il partner più affidabile: un azionista di riferimento che assomiglia sempre di più a un vero padrone. Così è il vice direttore generale Marano - quota Lega - a trascinare Vespa in prima serata. Comprensibile: la celebrazione dei «fasti» aquilani mal si sarebbe conciliata con un contemporaneo Ballarò, dedicato proprio a Berlusconi e certo con lui meno accondiscendente.
L’eccesso d’amore leghista per il premierè una delle facce della guerra di successione che attraversa il centrodestra e che durerà a lungo. E’uno scontro che in televisione diventa totale, annichilisce i giornalisti, getta nella precarietà esistenziale programmi come Annozero e Report, costruisce una comunicazione misera e servile. Fatta di rimozioni e bugie, di manovre e nebbie. Disegna un panorama di paese totalmente astratto, piega la lotta politica in intrigo, cancella la società (le sue differenze, le sue contraddizioni) per un funzionale racconto di palazzo.
Appresa la lezione - e per non perderne i frutti - i feudatari dell’imperatore sono ossessionati dall’incubo di perderlo e si apprestano a superarlo in bassezze.
Fonte articolo
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Durante la primavera di Praga, durante l'occupazione militare della Cecoslovacchia la tv ungherese trasmetteva una bella versione dell'operetta "La principessa della ciarda".
RispondiEliminaCiò che non si dice, non esiste.
Berlusca aveva realizzato Telekabul! Agi Berta
Io sono nauseata!!!!!
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