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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 1 luglio 2009

IL GRANDE CAPOTRENO di Guglielmo Ragozzino


A metà strada tra la raffineria Sarpom di Trecate presso Novara, proprietà di ExxonMobil, primo petroliere del mondo, (e per un pezzetto di Erg) e l’anonimo deposito di Gricignano d’Aversa presso Caserta il treno passa per Viareggio. L’altra notte il convoglio, motrice delle Ferrovie dello stato e 14 carri cisterna appartenenti alla società multinazionale Gatx, pieni di Gpl – o gas di petrolio liquefatto – si è fermato lì. Per dirla con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, «alle 23,45 di ieri sera si è verificata la rottura dell’asse e del mozzo di un vagone cisterna che conteneva gas liquido. Il vagone si è reclinato e ne è fuoriuscito il liquido che si è subito trasformato in gas. Anche 4 altri vagoni si sono inclinati, senza diffondere però il loro contenuto... A questo punto forse la scintilla di un motorino ha provocato l’esplosione con le fiamme altissime che hanno avvolto le case circostanti».
Berlusconi ha recitato la sua lezioncina, preparatagli dall’amato Bertolaso, all’interno di un palazzo ben protetto. Fuori lo accompagnava un caloroso dissenso come già in mattinata a Napoli e nei giorni scorsi a L’Aquila. Il demiurgo che scende dall’alto e promette di risolvere tutto con la sola sua presenza non è più gradito. Nessuno crede che condivida il dolore di chi non ha più la casa, i figli, il lavoro; di chi ha perso tutto. Però l’informazione non passa. Pochi lettori di giornale sapranno dei fischi; la Rai si volta dall’altra parte. Davanti alla tragedia i fischi sembrano inutili, anzi tendenziosi; ma invece hanno un chiaro significato: vattene, non hai niente a che fare con noi, non saremo più le statuine del tuo presepio.
A Berlusconi i fischi non sono serviti; è duro da quell’orecchio. Invece di incolpare il motorino scintillante avrebbe potuto dire: ma questi americani della Gatx, padroni di 20 mila carri cisterna che manutenzione hanno? E’ possibile che si rompano asse e mozzo e che la cisterna non tenga? Che tutto si sfasci e muoiano in tanti, di fuoco, bambine e bambini bruciati nel sonno? E le ferrovie italiane come accettano un simile trasporto così poco sicuro? Sarebbero state domande piene di dolore e di passione, parole sincere, una volta tanto.
Le Ferrovie italiane non hanno denaro che per l’alta velocità. Il grande Capotreno, con il suo berrettino, il fischio e la paletta, vuole arrivare da Milano a Genova, da Torino a Lione; vuole altre giornate di gloria, vuole servizi televisivi e titoli a dodici colonne. Così il trasporto merci è solo un problema residuale che non fa parte delle Grandi opere. Per far viaggiare le merci in sicurezza, ridurre l’inquinamento, svelenire la città e il paese, la cassa è chiusa. Per il profitto non c’è che l’alta velocità. Bruci pure chi non è d’accordo.

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3 commenti:

  1. la TAV e le sedicenti "grandi opere" sono il moloch della infamia politica, al quale si sacrificano lo stato, le leggi, i denari pubblici e ora anche le vite umane...

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  2. Hai proprio ragione, infatti Al Tappone, prima di andare a Viareggio ha anche detto "ora vado e prendo in mano la situazione".
    Sono 15 anni che ormai scrivo le stesse cose, ma che schifo e vergogna e umiliazione!

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  3. Concordo entrambi, naturalmente. Grazie per il commento. A presto.

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