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mercoledì 24 giugno 2009
Gli estremisti di Matrix di Norma Rangeri
(Bandanas vignette)
I berlusconiani che sfidano il video per difendere il capo sono uno spettacolo. Il più divertente è Carlo Rossella, già direttore del Tg1, inventore del gossip, con apposita rubrica, negli anni in cui dirigeva il telegiornale. Possiamo immaginare con quanta fatica oggi vesta i panni di chi sostiene che il tg del servizio pubblico non deve occuparsi del frenetico via vai di ragazze a pagamento nelle residenze di Berlusconi. Seduto nello studio di Matrix (Canale5), unica voce in pista nel deserto della concorrenza (niente Vespa nella sera dei ballottaggi), Rossella dice che Tarantini (il procacciatore di ragazze) non avendo trovato «buone amiche da portare con sé nelle serate a palazzo Grazioli», aveva dovuto raccattare le escort per non arrivare a mani vuote. Siamo vicini «all’utilizzatore finale». Poi c’è l’onorevole Fabrizio Cicchitto che vede accanto a se l’inquisitore Vyshinskiy travestito da Paolo Gentiloni. L’esponente del Pd non può chiedere quanto sia ricattabile Berlusconi, né denunciare la doppiamorale di chi in pubblico alza la bandiera di «dio, patria e famiglia», mentre in privato passa da Noemi a Patrizia, non può citare il pubblico j’accuse di Veronica Lario. Il fantasma dello stalinismo insegue il socialista Cicchitto che in Berlusconi vede il fantasma di Craxi. Eppoi, sostiene Cicchitto, nessuno ora parla più di Noemi, dunque era una bolla di sapone, come lo diventerà anche la storia di Patrizia. Come se Noemi non fosse stata scalzata dalla ribalta delle nuove arrivata, come se bastasse non parlare più della faccenda per cancellarla. E’ quel che ha provato a fare il direttore del Tg1, ma il gioco della censura sulle vicende pubbliche e sessuali del presidente del consiglio non poteva durare. Se ne è accorto persino il presidente della Rai. E’ dura difendere l’improvviso understatement di un direttore del Tg1quando stiamo parlando dello stesso giornalista famoso per essere uno che di simili scrupoli non ha mai sofferto. Ma i giornali della destra ieri sono scesi in campo come un unica testata pronti a rivoltare in coro la frittata segnalando l’oscuramento dei festini berlusconiani come esempio di rigore professionale. Si devono rassegnare, sono stati scavalcati da Matrix. Pur con il conduttore che ripeteva ogni secondo il mantra dell’«attacco mediatico contro il premier», il programma ha offerto un dettagliato servizio sull’inchiesta della magistratura. Un estremista anche il successore di Mentana?
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I berlusconiani che sfidano il video per difendere il capo sono uno spettacolo. Il più divertente è Carlo Rossella, già direttore del Tg1, inventore del gossip, con apposita rubrica, negli anni in cui dirigeva il telegiornale. Possiamo immaginare con quanta fatica oggi vesta i panni di chi sostiene che il tg del servizio pubblico non deve occuparsi del frenetico via vai di ragazze a pagamento nelle residenze di Berlusconi. Seduto nello studio di Matrix (Canale5), unica voce in pista nel deserto della concorrenza (niente Vespa nella sera dei ballottaggi), Rossella dice che Tarantini (il procacciatore di ragazze) non avendo trovato «buone amiche da portare con sé nelle serate a palazzo Grazioli», aveva dovuto raccattare le escort per non arrivare a mani vuote. Siamo vicini «all’utilizzatore finale». Poi c’è l’onorevole Fabrizio Cicchitto che vede accanto a se l’inquisitore Vyshinskiy travestito da Paolo Gentiloni. L’esponente del Pd non può chiedere quanto sia ricattabile Berlusconi, né denunciare la doppiamorale di chi in pubblico alza la bandiera di «dio, patria e famiglia», mentre in privato passa da Noemi a Patrizia, non può citare il pubblico j’accuse di Veronica Lario. Il fantasma dello stalinismo insegue il socialista Cicchitto che in Berlusconi vede il fantasma di Craxi. Eppoi, sostiene Cicchitto, nessuno ora parla più di Noemi, dunque era una bolla di sapone, come lo diventerà anche la storia di Patrizia. Come se Noemi non fosse stata scalzata dalla ribalta delle nuove arrivata, come se bastasse non parlare più della faccenda per cancellarla. E’ quel che ha provato a fare il direttore del Tg1, ma il gioco della censura sulle vicende pubbliche e sessuali del presidente del consiglio non poteva durare. Se ne è accorto persino il presidente della Rai. E’ dura difendere l’improvviso understatement di un direttore del Tg1quando stiamo parlando dello stesso giornalista famoso per essere uno che di simili scrupoli non ha mai sofferto. Ma i giornali della destra ieri sono scesi in campo come un unica testata pronti a rivoltare in coro la frittata segnalando l’oscuramento dei festini berlusconiani come esempio di rigore professionale. Si devono rassegnare, sono stati scavalcati da Matrix. Pur con il conduttore che ripeteva ogni secondo il mantra dell’«attacco mediatico contro il premier», il programma ha offerto un dettagliato servizio sull’inchiesta della magistratura. Un estremista anche il successore di Mentana?
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