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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 13 maggio 2009

Per non morire di Mafia

"Per non morire di mafia" edito da Sperling & Kupfer è un libro scritto a quattro mani dal Procuratore Antimafia Pietro Grasso e dal giornalista Alberto la Volpe.

Pietro Grasso e Alberto La Volpe ripercorrono le stagioni della guerra alla Cupola siciliana in un racconto schietto, che affronta anche questioni delicate: i legami tra mafia e politica, gli scontri all'interno della magistratura, le carenze legislative e di mezzi

La mafia non si arrende mai". È il promemoria quotidiano di un magistrato impegnato da trent'anni contro la criminalità organizzata e convinto che, per contrastarla, sia necessario avere la percezione esatta della sua pericolosità. Le rivelazioni dei pentiti, la celebrazione dei processi, lo smantellamento del vertice di Cosa Nostra non hanno segnato la fine delle cosche. Ai colpi inferti dagli investigatori, l'organizzazione ha ribattuto ogni volta con nuove strategie, dalla collusione con la classe politica dominante, agli omicidi eccellenti, alle stragi.

Oggi la mafia sembra scomparsa e invece ha solo cambiato volto: non più una piovra, ma una rete invisibile infiltrata nei colossali affari degli appalti edilizi, della droga, della contraffazione. Un sistema moderno e sofisticato, che si è adattato alla realtà dell'economia globalizzata.

Dalla Procura nazionale antimafia, l'organismo che coordina le indagini condotte su fronti interni e internazionali, Pietro Grasso ripercorre le stagioni della guerra alla Cupola siciliana in un racconto schietto, che affronta anche questioni delicate: i legami tra mafia e politica, gli scontri all'interno della magistratura, le carenze legislative e di mezzi. Spiega inoltre gli ultimi sviluppi delle attività di 'ndrangheta e camorra e traccia una mappa delle nuove mafie (cinesi, russe, albanesi, nigeriane, colombiane), individuando le strade e gli strumenti "per non morire di mafia", per non sottomettersi al suo potere.

"La mafia non è scomparsa: ha solo cambiato volto. Finché esiste dobbiamo parlarne e reagire. Il silenzio è l'ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano" Pietro Grasso.

Hescka Sagred Ticinonews.ch

1 commento:

  1. Io stò rischiando la vita perchè a 20 , ora ne ho 30 ,ho deciso di denunciare degli spacciatori a Firenze.
    Non posso andare dai Carabinieri perchè loro stessi mi dicono che non ci sono prove , intanto sono terrorizzato,ho paura di mettere il piede fuori di casa , ho il terrore che possa succedere qualcosa di gravissimo.Tutto questo perchè alla stazione dei Carabinieri non mi è stato esposto il rischio che cera nel fare una denuncia.Non sono stato messo sotto protezione, non ho avuto la possibilità di decidere se farlo o no perchè a 20 non ero in grado di capire.
    Alcune volte mi viende da dire GRAZIE STATO per tutto quello che mi dai.

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