Dodici storie esemplari, raccontate da chi le ha vissute sulla propria pelle. I familiari delle vittime che hanno trasformato la sofferenza in denuncia e in lavoro concreto nella società. Dal dolore privato all'impegno nelle scuole, nelle carceri, nella pubblica amministrazione. Giorno per giorno. Con il sostegno di Libera e delle Fondazioni dedicate a chi ha combattuto per ciò in cui credeva, fino a morire. È essenziale ricordarli: da Giuseppe Fava a Rocco Chinnici, da Beppe Montana a Roberto Antiochia, da Marcello Torre a Silvia Ruotolo, da Libero Grassi a Vincenzo Grasso, fino a Barbara Asta ai figli Giuseppe e Salvatore, e ancora Mauro Rostagno, Francesco Marcone, Renata Fonte. Le loro battaglie sono diventate le battaglie di figli, fratelli, mogli e mariti. Nando dalla Chiesa, nell'intervista che chiude il libro, afferma: "Bisogna cominciare a dire le cose che provocano reazioni ma che sono vere". Lo sta facendo chi ha subito perdite irrimediabili e oggi, in prima persona, diventa artefice di una vera e propria resistenza civile.
Antonella Mascali, cronista giudiziaria di Radio Popolare, ha mosso i primi passi nel giornalismo quando era ancora al ginnasio, alla redazione de «I Siciliani», il mensile fondato da Pippo Fava, ucciso il 5 gennaio 1984 a Catania.Si è trasferita a Milano, nonostante l’amore per il mare e la sua città, si è laureata in Scienze politiche all’Università Statale con una tesi sperimentale in sociologia economica: «Le associazioni di interesse: il caso del movimento antiracket di Capo D’Orlando», ed è diventata giornalista.
Come inviata di Radio Popolare a Palermo ha seguito i fatti più tragici degli anni Novanta: l’omicidio di Libero Grassi, le stragi di Capaci e via D’Amelio.
Tra i processi più importanti della storia recente d’Italia ha seguito a Palermo, quello a Giulio Andreotti, Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro. A Milano quello a Silvio Berlusconi, Cesare Previti e per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi.













"Bisogna cominciare a dire le cose che provocano reazioni ma che sono vere".
RispondiEliminaBRAVISSIMA ANTONELLA , LA SENTO SPESSO ALLA RADIO,
GRAZIE BEL POST CIAO