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di 'Per quel che mi riguarda'

lunedì 22 agosto 2011

Salviamo il piccolo Breznev della Padania di Alessandro Robecchi

(vignetta Claudio Ruiu)













Basta con l’invasione! Con questa crisi economica non si può accogliere tutti! Vengono qui e pretendono di comandare. Si insediano nelle nostre belle città del nord. Hanno persino diritto alle case popolari, certe volte; li curiamo nei nostri ospedali senza nemmeno chiedere da dove vengono. Insomma, se proprio vogliamo essere compassionevoli, diciamolo una volta per tutte: i leghisti, aiutiamoli a casa loro! A Varese, a Monza, ad Adro.
Gli paracadutiamo dei viveri, magari gli spediamo qualche libro, ma che stiano lì, nelle loro amate valli, a mangiare gli orsi, a far finta di fare il ministro: una targa in ottone e sono tutti contenti.
Ha fatto più danni la Lega in trent’anni al nord che i Borboni in un secolo a Napoli. Non c’è italiano del nord, per quanto perbene, che possa andare in giro per l’Europa senza essere sbertucciato come elettore di Borghezio. E questo senza contare i riti pagani. Non solo l’ampolla del Po, Alberto da Giussano e consimili scemenze, ma anche il cerchio magico, Calderoli, Rosi Mauro la donna barbuta, il Maroni Bobo, per non dire del povero figliolo Renzo piazzato a guadagnare 12.000 euro mensili alla regione Lombardia dopo una vita di studi (sempre nella stessa classe, peraltro).
E poi lui. Quella specie di Madonna Pellegrina che è il Bossi Umberto, ormai esposto alle plebi padane come una reliquia, un Breznev agonizzante, un Grande Timoniere simile un pugile suonato che dice una cosa oggi e il contrario domani. E ogni tanto lo portano via nottetempo perché persino i fedeli mugugnano, povere bestie anche loro.
Ora, finito di contribuire al disastro italiano, questa bella classe dirigente di geni si rimette a cianciare di Padania. Al suo nord, ai suoi elettori, ai suoi fedelissimi, ha portato solo sfiga, disastro, tasse e depressione.
Se la Lega farà la secessione come ha fatto il federalismo, avremo Bergamo in provincia di Viterbo. Niente di male, anzi,ma pensiamoci prima. Aiutiamoli a casa loro che, tra parentesi, è casa nostra anche quella, è Italia anche lì, finché dura.

fonte articolo'Il Manifesto'
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