(vignetta
portoscomic)

Di questa
Brambilla, praticamente ministro, non si sa più che dire, né pensare. Appena la nomini, ti ha già querelato. Appena la pensi, ti ha già fatto causa. L’altro giorno il direttore e alcuni redattori del Fatto ricevono dall’Avvocatura dello Stato un atto di citazione per conto della suddetta, che chiede 1 milione di danni per la “campagna di stampa” nientepopodimenochè contro il ministero del Turismo, a proposito dei suoi viaggi in elicotteri di Stato, del fidanzato al vertice Aci e di altri amici ingaggiati come consulenti, naturalmente a carico nostro: gente proveniente anche dalla Tv della Libertà, da lei fondata e affondata con un modico buco di 14,5 milioni. Dando la notizia, ci domandiamo che diavolo c’entri l’Avvocatura dello Stato, che dovrebbe difendere le istituzioni a spese della collettività, con i nostri articoli sulle strabilianti imprese della ministra, che dovrebbe difendersi da sola e soprattutto a sue spese. Vicende che han destato l’attenzione della Corte dei Conti. Ora apprendiamo dal Giornale che la
gentildonna di Calolziocorte (Lecco), vuole denunciarci un’altra volta, privatamente e per 500mila euro, per il commento alla precedente denuncia da 1 milione, che ne seguiva una terza – la prima in ordine di tempo – fatta anch’essa privatamente per 500mila euro. E che prelude a una quarta, annunciata ma non ancora notificata, per avere noi citato (come tutti gli organi d’informazione, escluso dunque il Tg1) un’intercettazione dell’inchiesta P4: quella in cui Luigi
Bisignani, ministro ad honorem, la definiva – nella sua speciale classifica – “mostro” e “mignotta come poche”. Totale provvisorio dei soldi che
Madame pretende da noi: 2 milioni. Il nostro delitto, stavolta, non è neppure la “campagna di stampa” (che ad avviso dell’Avvocatura dello Stato libero di Bananas costituisce di per sé reato): è l’avere scritto che nella seconda causa Ella si fa difendere dall’Avvocatura dello Stato. E questa – scrive il Giornale di Olindo
Sallusti – è “una bufala di Marco
Travaglio”. Siamo subito corsi a verificare: vuoi vedere che abbiamo preso un abbaglio e che la Brambilla si fa difendere da un avvocato pagato da lei e non dall’Avvocatura dello Stato pagata da noi? Niente da fare: l’atto, alla 37esima e ultima pagina, reca le firme dell’“avvocato dello Stato Massimo Salvatorelli” e del “viceavvocato generale Massimo Mari”. Di avvocati privati, nemmeno l’ombra. Dunque, non volendo nemmeno immaginare che
Brambilla e
Giornale mentano sapendo di mentire (sarebbe la prima volta a memoria d’uomo), non restano che tre spiegazioni.
1) Che l’Avvocatura dello Stato abbia fatto causa al Fatto per conto della
Brambilla senz’avvertire la
Brambilla: un caso di denuncia all’insaputa del denunciante. Una proiezione giuridica di quel che capitò a un collega della
Brambilla, il compianto
Scajola, quando
Anemone gli pagò la casa a sua insaputa.
2) Che la
Brambilla abbia incaricato l’Avvocatura dello Stato di farci causa, ma inavvertitamente, mentre era soprappensiero, insomma senz’accorgersene. Casi del genere si verificano in ostetricia con le gravidanze isteriche: ora avremmo la prima denuncia isterica della storia del Diritto.
3) Che né la
Brambilla né l’Avvocatura abbiano nulla a che vedere con quella denuncia, presentata da alcuni buontemponi che si spacciano per avvocati dello Stato e per ministri del Turismo, tipo i ragazzi di Livorno che scolpirono i falsi Modigliani. Nel qual caso, meglio così: se la denuncia è finta, ce ne restano solo tre. A meno che non ne arrivi un’altra per questo articolo. Ma non vogliamo neppure pensarci: vorrebbe dire che la diffamazione consiste nel pronunciare il termine Michela Vittoria
Brambilla che, lo riconosciamo, è un po’ forte. Ma allora quanti milioni chiederà la
ministra Granturismo al povero
Bisignani?
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
link collegati:
MVB, la Portoghese di Marco Travaglio
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