(vignetta
Nardi)

Media italiani non governativi e stampa internazionale rimarcano come l’attuale momento di crisi italiano, tra Borsa e “spread” nel differenziale con i titoli di Stato tedeschi, non possa dipendere soltanto dalla speculazione. Invece
Berlusconi e la sua corte, pittorescamente politico-mediatica, abbondano nell’uso del termine “speculazione” temo non riferita alla filosofia. Ma se l’abisso non dipende solo dagli speculatori dei mercati, c’è invece una crisi profondissima di credibilità e di presentabilità di questo governo, sempre secondo chi lo critica e vi si oppone. Una crisi di faccia, di facce e di facciata che spaventa. A mio avviso, persino il premier, in un momento di buon umore esilarato dei suoi, in privato sarebbe tentato di ammetterlo: abbiamo perso la faccia, dai e dai, ne abbiamo fatte troppe. Non si può pretendere che lo ammetta in pubblico, ma l’uomo o il Caimano è troppo intelligente, troppo atleta resistente del potere nel suo stupendo ventennio, per non saperlo.
Scilipoti o non
Scilipoti, curiosa assonanza con gli apoti di Prezzolini “che non la bevono” (
Scilipoti invece se la divora...), ormai la presentabilità e la credibilità dell’esecutivo in esercizio sono andate in fumo, “bruciate” assieme ai miliardi di euro di Piazza Affari. Sembrerebbe dunque un discorso chiuso, e da riaprire solo nell’opzione pendente: governo tecnico, di salute pubblica, ammucchiata per “traghettare il Paese”, oppure elezioni anticipate per salvarlo fin da subito dal Mostro? Almeno è questo il tenore della quotidianità informativa. Temo che non basti. Sacrosanto l’interrogativo sulla porzione di credibilità rimasta a questo esecutivo, vicina allo zero. Ma se allargassimo il compasso al resto del Paese, opposizione compresa? Chi oggi è credibile e riscuote fiducia, specie in un momento di simile difficoltà? Chi, leader, partito o schieramento, non ha scheletri negli armadi pronti a spuntare fuori quasi da soli e neppure troppo polverosi (per dire che sono anche sufficientemente recenti)? Chi ha la faccia per chiedere sacrifici a un Paese massacrato fiscalmente nelle fasce più deboli? Chi può parlare in nome di qualche cosa, che non sia il necessario ma non sufficiente “
Berlusconi a casa” bersanianamente ripetuto come una giaculatoria? Chi può davvero dimostrare, cioè non semplicemente esternare senza rischio alcuno di essere preso sul serio, che vuole immediatamente autoridursi i privilegi da “casta” ormai a rischio di assedio da parte degli otto milioni di italiani “in povertà” che a lorsignori sembrano fastidiosi e lontanissimi dai Palazzi? Sono stati capaci perfino di astenersi dal voto sull’abolizione delle Province (come è accaduto troppo spesso in passato in un elenco interminabile che spiega lo stallo di oggi), nascondendosi dietro capziosi giochi lessicali e sottovalutando l’impatto fortemente simbolico di tale voto... e tutto ciò in attesa di una effettiva abolizione di bacini elettorali di cui non possono evidentemente fare a meno. Dunque se è sfiducia, è sfiducia generalizzata che però non può venire strumentalizzata come difesa di
Berlusconi, il maggiore in grado all’origine del precipizio. Ma neppure possiamo essere raggirati da Cavalieri Bianchi o Rosa che hanno razziato il territorio dove hanno potuto con la giustificazione che il
Caimano faceva peggio. E allora ce lo teniamo? No. Ma come sostenevano le donne di Siena manifestando dal basso contro un alto impresentabile e complice o almeno complementare, la politica va cercata oltre la politica, oltre questa politica. Se non abbiamo più fiducia in queste figure/figuri, sta a vedere che adesso è pure colpa nostra: cornuti e mazziati. Bella speculazione da parte di tutti, niente da dire.
fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'
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