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di 'Per quel che mi riguarda'

sabato 18 dicembre 2010

Benito La Russa, 37 anni dopo il mostro sbatte ancora in tv di Iaia Vantaggiato

(foto tratta da 'Il Fatto Quotidiano)
Il più fascista tra i postfascisti. Questo era il ministro Ignazio La Russa e questo rimane. Arrogante, violento, provocatore. E persino brutto a vedersi, con quegli occhi da invasato, lo sguardo furbetto oppure assetato di sangue, il gesticolare scomposto con cui ti impone il silenzio o ti dice «vai vai». Irritante a sentirsi. Monotono, grottesco, volgare. Sempre uguale a se stesso, inelegante per natura.
Alle sue esibizioni sopra tono credevamo di esserci abituati ma quella che lo ha visto protagonista dell’ultima puntata di «AnnoZero» - giovedì scorso - ha veramente oltrepassato il limite e impone un immediato ridimensionamento delle sue presenze in televisione. Un quarto d’ora di «mantra» durante il quale ha ossessivamente dato del «vigliacco» a Luca Cafagna - lo studente della Sapienza presente in studio per commentare la manifestazione del 14 e colpevole - sempre secondo La Russa - di apologia di reato.
Si agita sulla sedia La Russa quando parla Cafagna - «vigliacco, fifone» -, interrompe, sbuffa, si alza, minaccia di andarsene.
«Qui non c’è neanche un poliziotto - urla impazzito manco si trovasse si trovasse sul set di Platoon - solo studenti». «Per fortuna» gli risponde Santoro che per questo - un attimo dopo - viene accusato di un reato sino ad ora sconosciuto, quello «di mancata presenza di poliziotti». Suda La Russa però quando Marco Travaglio, cellulare in mano, gli comunica l’sms appena «ricevuto»: mi scrivono che anche lei in piazza c’è stato. A Milano per la precisione, era il 12 aprile del ’73 e quel giornomorì un poliziotto non certo per mano dei comunisti. No, non era proprio in piazza, La Russa, ma in Prefettura a trattare dice lui come chiaramente smentiscono le immagini di repertorio con cui si apre il film di Marco Bellocchio «Sbatti il mostro in prima pagina», che quella giornata racconta e che mostra un giovane - ma non per questo più avvenente - ministro degli esteri che, megafono in mano, arringa le folle della «Maggioranza silenziosa». «Vai vai» questa volta non lo dice La Russa ma poi si riprende e si scaglia contro Antonio Di Pietro che gli dà del fascista. Ignorante è la risposta e poco ci manca che non risponda «fascista a chi?».
Già perché Ignazio Benito Maria La Russa è figlio del senatore missino Antonino La Russa e fratello di Romano. Trapiantati da piccoli a Milano, i due fratelli sono tra i principali dirigenti del Fronte della Gioventù e il loro ruolo è delicato: tenere i contatti con i matti di San Babila, già all’epoca tutti armati ma anche e soprattutto incontrollabili e - a modo loro - «anarchici».
Dopo la vittoria elettorale dell'aprile del ’73 - con l’Msi che sfora l'8% - l’attuale ministro dell’Interno è tra quelli che decidono di dar vita alla grande manifestazione della «Maggioranza Silenziosa», un comitato anticomunista a cui aderivano esponenti democristiani, missini, liberali e monarchici. Con lui, Ciccio Franco - già leader della rivolta di Reggio - ed neo eletto senatore.
Parte male quella giornata e finisce peggio. La manifestazione «contro la violenza rossa» è vietata ma i sanbabilini arrivano in piazza portandosi dietro le bombe srcm: sarà una di queste bombe ad uccidere l’agente Antonio Marino. Romano La Russa, fratello del ministro, finisce a San Vittore per «adunata sediziosa e resistenza alla forza pubblica». Ignazio viene indicato dalla stampa - sicuramente anche all’epoca comunista - come uno dei «responsabili morali». Per il Msi, partito d'ordine, è un disastro dal quale non si riprenderà più. Almirante reagisce denunciando i colpevoli e col Fronte è quasi rottura ma i due La Russa restano a galla e dopo poco Ignazio aderisce a Lotta popolare, la «sinistra» del Msi, dalla quale poi esce. «Fascista a chi?». Come ministro tocca tenercelo (anche se l’Idv ieri ha inviato una lettera aperta a Napolitano protestando per la presenza dentro un governo democratico di un ministro fascista) ma dagli schermi fatelo sparire.


fonte articolo 'Il Manifesto'
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1 commento:

  1. Bellissimo articolo! Vedere e sentire La Russa mi ha sempre provocato repulsione, ora più che mai, penso anch'io che non dovrebbe essergli dato spazio, ma purtroppo è un ministro di questa disgraziata repubblica. Se e quando ci sarà un'insurrezione popolare allargata a tutte le categorie, i suoi saranno quelli che picchieranno, incendieranno, uccideranno di più.

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