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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 3 novembre 2010

I gay.....del presidente. di Guido Paniccia

(vignetta Romaniello)
Signor Presidente,
non le nascondo un certo fastidio ad affrontare l'argomento con la sua persona, tanto gretta ed ottusa ella mi appare nel suo sarcasmo da due soldi. Ma gli ultimi recenti fatti benché tragicomici nella loro follia, si prestano a smuovere le coscienze e gli intelletti di quanti, ed il sottoscritto tra questi, hanno a cuore le sorti del paese in cui vivono e sono nati, e questo va detto può costituire un fatto anche positivo. La mia attenzione va a quelle persone che nelle categorie standardizzate dell'ultimo periodo, sono poste sempre più colpevolmente, ai margini. Mi riferisco è chiaro ai cosiddetti anelli deboli della [vostra] società, a coloro che avrebbero il sacrosanto diritto di vivere le loro diversità, se non proprio con gioia almeno con serenità, nel rispetto degli e per gli, altri. Purtroppo non passa giorno che non ci veda protagonisti di fatti assurdi solo a pensarli, e tra escort, veline, igieniste dentali e quant'altro, i discorsi sono oramai relegati allo scenario di bar di infimo ordine, di quelli che si trovano ancora nelle periferie problematiche delle grandi città dormitorio. Ma lei è il capo del Governo, la persona a cui una parte dei nostri connazionali, hanno affidato le sorti magnifiche e progressive di questo paese. E lei ne dovrebbe tener conto sempre! Come dovrebbe tener conto delle parole e degli atteggiamenti conseguenti che incautamente rivolge verso quelle persone a cui faccio riferimento sopra. I diversi, da cosa poi non è dato sapere, ma comunque etichettati e spesso derisi, quando va bene, per questo. Il nostro paese, è stato teatro di aggressioni brutali nei confronti dei gay, aggressioni feroci e gratuite, che hanno causato ferite nei corpi e nelle anime di coloro che le hanno subite, delle loro famiglie, dei loro amici ma non solo. Ogni volta che ascolto o leggo di certe bestialità le confesso, mi sento terribilmente solo, mi assale la disperazione, le angosce mi prendono l'anima, pensando a quale mondo stiamo lasciando ai nostri figli. Mondo che abbiamo ereditato dai nostri padri. Il mio di padre, buon padre perso ormai oltre ventisei anni fa, era solito rivolgersi ad alcuni con il termine pederasta, ed a me non piaceva proprio. Lo trovavo sgraziato e finanche volgare, brutto e vuoto di umanità. In questo preferisco il frocio romanesco, parola che anche nella sua musicalità brutale, mi riporta ad una certa sboccato ma abituale linguaggio da strada, dove come molti sono cresciuto. Lingua magari spocchiosa e volgarizzata, ma più umana. A ben guardare il gay ha sostituito il pederasta paterno, ed in nome di un'inglesizzato idioma, in ossequio forse ad una certa esterofilia tanto glamour, ha guadagnato punti e consensi anche tra i linguisti.
"Sono certa che tutti i genitori italiani sperano di avere figli eterosessuali".
Premesso che i figli si accettano come sono con identico affetto è evidente che la speranza di una madre è di diventare nonna ed evitare ai propri figli le difficoltà di vita insite in una condizione omosessuale" questo è l'ultimo commento di un sottosegretario del suo governo, l'unica a quanto ne so nominata come tale senza essere stata eletta in parlamento, l'on. Daniela Santanché. Con quanta semplicità si assegnano certi titoli aggettivati! Bene, la stessa che neanche tanto tempo addietro affermava senza nessuna prudenza, che lei aveva nei suoi confronti dell'antipatia per il semplice fatto che "...non glielo ho data!", esibendo così una dimostrazione di volgare pochezza tale da infangare le donne tutte, ma non solo loro. Il linguaggio scurrile della strada, è ben poca cosa rispetto a certe dimostrazioni di classe della classe politica di cui lei è il maggior rappresentante credo. Ora dico io ma perché avete questo bisogno disperato di mostrare al mondo la vostra pochezza intellettuale e la vostra miseria di spirito. Perché vi affannate ad apparire così beceri nei sentimenti, ma soprattutto....perché create con le vostre stolte ed insulse parole le premesse per future aggressioni, che ci saranno. Perché fate la fila per esporre la vostra miseria culturale e di intelletto, così da dare all'universo dei disperati elementi per affermare la loro rivincita sul mondo, magari salendo agli onori delle cronache per aver, brutalizzando qualcuno, riaffermato il machismo della "normalità". Non mi interessa stare qui a discutere sulle vostre paure ed i relativi esorcismi di natura psicoanalitica. Anzi, sarei portato ad affermare, tanto per non porgere l'altra guancia, che spero che i vostri fantasmi vi dilanino l'anima. Ammesso che ne abbiate una, ben inteso.....ma non ne vedo i tratti! Guido.

ps.spero che chi fa del giornalismo professionalmente possa esporre con maggiore incisività questo tema a questa classe dirigente che ci sta provocando tante ferite ed umiliazioni. Da parte mia posso solo sfogarmi, ma chi ha maggior risonanza lo faccia. Li metta di fronte a quella che può apparire come una vera e propria istigazione a delinquere, così da non dover piangere nuove tragedie.

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