
Aveva promesso di “
rinunciare alle vacanze per mettere mano al partito”. Poi, si sa, le mani vanno un po’ dove vogliono. E così
B. viene descritto in piena fregola estiva mentre riceve truppe mammellate a getto continuo nel castello affittato a Tor Crescenza. Scelta più che comprensibile, vista la toponomastica beneaugurante: per la torre, ma soprattutto per la crescenza. Del resto la prospettiva di trascorrere l’estate in compagnia di
Cicchitto, Bonaiuti, Capezzone e magari pure
Stracquadanio, per non parlare dei triumviri
Verdini,
La Russa e Bondi è talmente mortifera che non la si augura al peggiore nemico. Trattasi del trust di cervelli che, quando non mettevano le mani sull’argenteria, convincevano il Capo a epurare
Fini e i finiani: “
Dai retta a noi, Silvio, sono quattro gatti”. S’è poi scoperto che erano 44 e senza di loro il governo ha perso la maggioranza. Un erroruccio di calcolo, ma
B. non l’ha preso benissimo: il Giornale di famiglia racconta “più di una tensione, quando il premier ha messo sul tavolo il cambio dei tre coordinatori con il ticket
Alfano-Gelmini-Meloni (un cervello in tre, quello della
Meloni, ndr). Un cambio che
Berlusconi era più che deciso a fare perché è da tempo scontento della gestione del partito e gli ultimi sondaggi confermano che i tre non sarebbero amatissimi dall’elettorato”. Ma va? Gli elettori non apprezzano
Verdini, La Russa e Bondi? Chi l’avrebbe mai detto. Ci voleva proprio un sondaggio. Dunque
B. vuol cacciarli in blocco. Ma – rivela il Geniale – “apriti cielo: tanto ha urlato
La Russa che alla fine il premier avrebbe provato a ripiegare: lasciamo
Ignazio e sostituiamo gli altri. A quel punto è stato
Verdini a farsi sentire e così
Berlusconi ha deciso di aggiornare la pratica”. Purtroppo, al fumetto, mancano le nuvolette con le parole. Sarebbe interessante conoscere il dettaglio degli ululati di
Gnazio e di Denis (“Ahò, si me cacci quelli me carcerano...”). L’unico di cui non sono pervenute reazioni è
James Bondi: forse perché, pronto all’estremo sacrificio, aveva anticipato i desideri dell’
Amato flagellandosi col frustino come il fratacchione de “Il nome della Rosa”; o forse perché già recluso nelle segrete del castello a causa della metamorfosi licantropica.
B. è talmente malmesso da preferire, all’attuale gruppo dirigente del Pdl, il Cepu. Non è uno scherzo: all’ultimo summit – riferisce sempre il Geniale – “
era presente la new entry Francesco Polidori, meglio noto come Mr Cepu, che ha portato al premier uno studio statistico su come il partito dovrebbe riorganizzarsi sul territorio e si dice pronto a mettere a disposizione del Pdl le 120 sedi Cepu sparse per l’Italia”. Il tutto per “
una campagna elettorale alla Obama”. Manca soltanto
Obama, ma per sopperire si darà fondo alle riserve di fard. Nell’attesa
il premier ha congedato i suoi Fantozzi e Tafazzi (“ci vediamo dopo ferragosto”) per dedicarsi a pratiche più utili e dilettevoli. Dagospia ammicca spesso alle cenette apparecchiate a Tor Crescenza dall’attempato gagà brianzolo per 25-30 ragazze alla volta, onorevoli o quasi, che passano a rincuorarlo nell’ora della prova. Il nuovo maniero di Stato garantisce maggiore riservatezza rispetto a villa Certosa, Palazzo Grazioli e villa San Martino. Così le cronache mondane registrano un viavai di “pulmini neri coi vetri abbuiati” al posto dei troppo vistosi ponti aerei di gnocca aviotrasportata o sbarcata via mare nelle passate estati sarde. Lì invece è tutto più discreto: a un segnale convenuto il ponte levatoio, anch’esso beneaugurante, si alza e si abbassa per far passare i festosi pulmini.
James, all’ingresso, smista il traffico muliebre in entrata e in uscita e indirizza le pupe al salone delle feste, dove l’anziano latrin lover le accoglie abbigliato comme il faut: pare che, al posto del tradizionale accappatoio bianco, indossi una più intonata armatura medievale, perfettamente oliata e funzionante. Utilissima, fra l’altro, come legittimo impedimento alla prossima convocazione in tribunale.
Fonte articolo e vignetta 'Il Fatto Quotidiano'
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