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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 25 agosto 2010

Immigrazione, due consigli al ministro xenofobo di Luigi De Magistris

(vignetta Mauro Biani)

Il presidente francese Sarkozy è in difficoltà, accerchiato da scandali morali e inchieste giudiziarie, con la sinistra di Daniel Cohn-Bendit che cresce. In questi momenti un leader populista e reazionario che fa per scacciare fantasmi e tentare di recuperare? Rispolvera gli arnesi dell’insicurezza sociale, della tolleranza zero, del pericolo dei barbari alle porte, il problema degli "ultimi" da smaltire. Attraverso rigurgiti razzisti e securitari il presidente francese tenta di recuperare consenso praticando l’espulsione dei rom. L’azione francese viene subito colta dal ministro dell’interno italiano. Il pregiudicato leghista Roberto Maroni è politico abile, volto presentabile e istituzionale di un partito a tratti eversivo. Spalleggiato in pieno dal sultano di Arcore e supportato dalla propaganda di regime è capace di nascondere, con tecniche simulatorie, l’effettiva condotta che il governo sta attuando nel mancato contrasto al crimine. Maroni, Berlusconi e Alfano utilizzano il lavoro di magistrati e forze dell’ordine che arrestano criminali e realizzano sequestri e confische di beni mafiosi per dire che è merito del Governo.
In realtà, il Governo sta attuando leggi e provvedimenti che favoriscono il crimine e quello organizzato in particolare: vendita all’asta dei beni confiscati, processo breve, legge bavaglio, scudo fiscale,
dipendenza del pubblico ministero dall’esecutivo, modifica della legge sui collaboratori di giustizia. Il ministro è abile nello stesso tempo - in un momento in cui la maggioranza naviga a vista, con il partito dell’amore che si è trasformato in partito dell’odio - a fruttare la criminalizzazione delle minoranze attuata dall’Eliseo.
L’immigrazione è ancora uno dei punti di forza della Lega e il ministro si fionda, nella pancia del popolo leghista. Respingimenti di massa, carcere per gli immigrati clandestini senza che abbiano commesso alcun crimine, espulsione dei rom, criminalizzazione delle minoranze, allontanamento dei comunitari se privi di reddito e di dimora. Una svolta autoritaria che insieme alla politica criminogena del governo rende inadeguato il ruolo di Maroni al Viminale. Si aggiunge a questo il solido legame della coppia Berlusconi-Maroni con il leader libico Gheddafi:affari, lager per migranti, costruzioni di opere per prenditori di soldi pubblici.
Al grido, sempre, di Roma ladrona! Berlusconi e Sarkozy, esempi diversi di una destra reazionaria e illiberale, tradiscono le basi dell’unione europea della quale Francia e Italia sono Paesi fondatori.
Il vocabolario europeo propone solidarietà e mezzi di sostentamento, non pratica espulsioni per chi non ha redditi o luoghi in cui sopravvivere. Come si fa a negare lo ius loci, la cittadinanza a chi nasce nel territorio italiano? Con che coraggio si espellono bambini verso i quali si dovrebbero indirizzare politiche sociali di accoglienza e di alfabetizzazione?
L’azionista dominante del governo Berlusconi, la Lega xenofoba, vuole gli immigrati nelle aziende del nord, nei campi, negli esercizi commerciali. Ma li pretende come nuovi schiavi. Senza diritti, senza futuro per i bambini, residui sociali. Una politica classista che procede di pari passo con la ridefinizione dei rapporti tra capitale e lavoro frutto del patto Fiat-Governo ai danni dei lavoratori di Pomigliano. Maroni dice che al vertice del 6 settembre tra i ministri degli interni dell’unione tenterà di "xenofobizzare" l’Europa.
Signor Ministro, prima di recarsi a Parigi per il vertice, passi per Genova e visiti il museo dell’emigrazione. So bene che la cultura storica non è il punto di forza del suo partito, ma scoprirà quanti italiani, anche della padania, sono stati, qualche decennio orsono, immigrati clandestini e il "prezzo" che hanno dovuto patire per raggiungere le americhe.
Se rifletterà un po’ durante il volo per Parigi penserà magari che lo stesso Gesù era un immigrato, povero, senza reddito e fissa dimora. Ministro pensi, invece, a lavorare per contrastare la mafia di Stato, la mafia imprenditrice e le cricche, non offenda la dignità di un popolo con pratiche neo-autoritarie indegne per un Paese che si illude ancora di essere civile
e democratico.


Fonte articolo 'Il Manifesto'

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