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di 'Per quel che mi riguarda'

lunedì 5 luglio 2010

Svizzera felice in un’europa ancora povera di Loretta Napoleoni

Nel vecchio continente è tornato a soffiare il vento del protezionismo. Emanuel Todd, statistico ed economista di fama mondiale suggerisce a Sarkozy di introdurre i dazi doganali per aiutare l’economia francese. Ma non illudiamoci, l’uragano di nazionalismo europeo proviene dagli Stati Uniti dove da settimane illustri economisti come Paul Krugman incitano il presidente ed il congresso a proteggere l’economia americana. Pochi politici riescono a resistere al fascino discreto del protezionismo, una formula che in tempi di crisi economica riesce sempre a far salire la popolarità di chi la applica.
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Persino in Gran Bretagna, un paese che si è sempre dichiarato a favore del libero commercio e che ha dato i natali ad Adam Smith e David Ricardo, il nuovo governo di coalizione ricorre spesso alla retorica nazionalista. Il bilancio lacrime e sangue che George Osborne ha presentato poche settimane fà vuole rivitalizzare l’economia nazionale abbandonando quel cosmopolitismo che caratterizzava new labour. Il paese ha smesso di guardare oltre oceano ed in Europa e invece vuole tornare ad essere al centro del Commonwealth, l’unione delle nazioni che un tempo appartenevano all’Impero, questo il sunto del discorso innaturale al foreign office del nuovo ministro degli esteri, William Hague.
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I sintomi del protezionismo li conosciamo tutti: indebolimento dell’Unione Europea, un fenomeno al quale stiamo già assistendo da quando l’asse Parigi Berlino ha iniziato ad incrinarsi. La crisi dell’euro ha fatto precipitare gli indici di gradimento dei due leader, Sarkozy è sceso a quota 26% e la Merkel può contare su un modesto 40%. Nessuno dei due può permettersi di non ascoltare l’elettorato ed i tedeschi non hanno alcuna intenzione di salvare l’Europa con i loro risparmi mentre i Francesi chiedono misure protezioniste in difesa dell’agricoltura e dell’industria nazionale. Il resto dell’Europa che si inventi qualcosa, faccia come sta facendo la Gran Bretagna, tiri la cinghia e si approvvigioni sul mercato dei capitali, questo il sunto della politica protezionista franco-tedesca.
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Neppure la perdita di valore dell’euro preoccupa Sarkozy o la Merkel, al contrario la debolezza della moneta unica è positiva per le esportazioni dalle quali dipende la Germania, secondo esportatore al mondo dopo la Cina ed anche la Francia. Ma il protezionismo è un boomerang micidiale. Gran parte del commercio tra i paesi dell’Eu avviene all’interno dell’unione. Salvando la poltrona i due leader potrebbero sacrificare la bilancia commerciale. A far precipitare la crisi del ’29 nella grande depressione fu la risposta protezionista delle nazioni coinvolte. E come negli anni ’30 l’unica isola felice è la Svizzera. La storia potrebbe ripertesi!


Fonte articolo 'Il Caffé'


link collegati:

La Svizzera mercato sicuro nei Mondiali della Finanza di Loretta Napoleoni

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