Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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domenica 27 giugno 2010
Il nervosometro della Lega di Alessandro Robecchi
(vignetta di Claudio Ruiu)
Il centro studi de Il manifesto, in collaborazione con il Cern di Ginevra e la scuola Radio Elettra, è lieto di comunicare al mondo la sua più recente e clamorosa invenzione: il Nervosometro della Lega ®. Si tratta di un complesso macchinario in grado di misurare quanto gli girano le balle ai padani, di tradurre il disagio in un grafico, di trasformare il grafico in tabelle, di realizzare quelle tabelle in ghisa, e infine di darle sulla capoccia al Bossi. Il Nervosometro della Lega ® funziona egregiamente, è Calderoli-resistente e viene alimentato con i biogas che promanano dalle dichiarazioni di Cota, Zaia e Castelli. I primi test sono incoraggianti (il dispositivo effettivamente funziona) e al tempo stesso preoccupanti (il Nervosometro della Lega ® registra livelli altissimi). La nomina a ministro di non-si-sa-cosa del signor Brancher ha fatto saltare un paio di valvole, il probabile annullamento delle elezioni regionali in Piemonte danneggerà qualche fusibile, il flop dell’Expo milanese metterà a dura prova i circuiti. Ma secondo i tecnici non c’è rischio: il Nervosometro della Lega ® si è dimostrato fino ad oggi piuttosto resistente. Ha accettato senza batter ciglio episodi di nepotismo clamorosi (il Trota alla regione Lombardia che guadagna ogni mese come 16 operai), favori ai potenti (tutte le leggi ad personam di Silvio) e politiche economiche ipercentraliste (la manovra di Tremonti). Su una scala da 1 a 100, il Nervosometro della Lega ®segna oggi un preoccupante 98. Al resto penserà la morte imminente del federalismo, che potrebbe polverizzare in pochi minuti vent’anni di puttanate celtiche. Insomma, ai padani tra un po’ gli salta il tappo, meglio stare pronti: la Calabria non è attrezzata per accogliere milioni di profughi umiliati, imbrogliati e impoveriti dai loro stessi dirigenti. È triste. Ma consideriamo il lato positivo: sarà un piacere vedere il ministro dell’interno Maroni ordinare alla celere il manganellamento dei suoi elettori. Al sud si dice: cornuti e mazziati. E al nord? Al nord si dice: bravi pirla!
Fonte articolo 'Il Manifesto'
link collegati:
Il Facta quotidiano di Marco Travaglio
Demeritocrazia di Marco Travaglio
Voce del verbo abbranchèr di Marco Travaglio
Il centro studi de Il manifesto, in collaborazione con il Cern di Ginevra e la scuola Radio Elettra, è lieto di comunicare al mondo la sua più recente e clamorosa invenzione: il Nervosometro della Lega ®. Si tratta di un complesso macchinario in grado di misurare quanto gli girano le balle ai padani, di tradurre il disagio in un grafico, di trasformare il grafico in tabelle, di realizzare quelle tabelle in ghisa, e infine di darle sulla capoccia al Bossi. Il Nervosometro della Lega ® funziona egregiamente, è Calderoli-resistente e viene alimentato con i biogas che promanano dalle dichiarazioni di Cota, Zaia e Castelli. I primi test sono incoraggianti (il dispositivo effettivamente funziona) e al tempo stesso preoccupanti (il Nervosometro della Lega ® registra livelli altissimi). La nomina a ministro di non-si-sa-cosa del signor Brancher ha fatto saltare un paio di valvole, il probabile annullamento delle elezioni regionali in Piemonte danneggerà qualche fusibile, il flop dell’Expo milanese metterà a dura prova i circuiti. Ma secondo i tecnici non c’è rischio: il Nervosometro della Lega ® si è dimostrato fino ad oggi piuttosto resistente. Ha accettato senza batter ciglio episodi di nepotismo clamorosi (il Trota alla regione Lombardia che guadagna ogni mese come 16 operai), favori ai potenti (tutte le leggi ad personam di Silvio) e politiche economiche ipercentraliste (la manovra di Tremonti). Su una scala da 1 a 100, il Nervosometro della Lega ®segna oggi un preoccupante 98. Al resto penserà la morte imminente del federalismo, che potrebbe polverizzare in pochi minuti vent’anni di puttanate celtiche. Insomma, ai padani tra un po’ gli salta il tappo, meglio stare pronti: la Calabria non è attrezzata per accogliere milioni di profughi umiliati, imbrogliati e impoveriti dai loro stessi dirigenti. È triste. Ma consideriamo il lato positivo: sarà un piacere vedere il ministro dell’interno Maroni ordinare alla celere il manganellamento dei suoi elettori. Al sud si dice: cornuti e mazziati. E al nord? Al nord si dice: bravi pirla!
Fonte articolo 'Il Manifesto'
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