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di 'Per quel che mi riguarda'

sabato 10 aprile 2010

Annozero: 'Gli operai fanno audience' di Norma Rangeri

Una sonora smentita a chi dice che la "ggente" chiede reality e ballerine, cioè tv di bassa qualità, è arrivata dai quattro milioni e settecentomila telespettatori che hanno seguito la puntata di Annozero dedicata ai temi dell’economia e del lavoro. L’ascolto più alto della serata Rai, uno share oltre il 19 per cento.
Star dell’incontro il ministro Tremonti atterrato nello studio del nemico Santoro, il giornalista che il suo principale di palazzo Chigi vorrebbe cancellare dal piccolo schermo. Evidentemente era un appuntamento post-elettorale da non mancare anche a costo di contraddire il presidente del consiglio. Calmo e persino cordiale, il ministro ha mostrato il volto umano del federalismo leghista, rivolgendosi con gentilezza al terribile Travaglio («tutto quello che ha detto va letto in una chiave meno polemica...ma su alcune cose ha ragione»), in genere oggetto di attacchi all’arma bianca. Segno evidente che il centrodestra vuole esibire il guanto di velluto pur di portare a casa il risultato delle riforme berlusconiane.
Economisti giornalisti, imprenditori hanno spiegato il loro punto di vista sul sui tempi lunghi (10, 15 anni?) e i contenuti vaghi di un federalismo cavallo di Troia di una "secessione leggera", o, viceversa, ultima chance del paese per salvarsi e restare unito. L’economista Luca Ricolfi ha offerto una cifra pesante: «50 miliardi all’anno», misura che fotografa lo squilibrio tra quello che i territori del nord danno e quello che ricevono. Uno squilibrio segnato da macroscopiche differenze tra nord e sud: sull’entità dell’evasione fiscale, della spesa pubblica, dello spreco di risorse.
Ma il cuore della serata era fuori dallo studio televisivo. Era nella cucina della famiglia di un piccolo imprenditore suicida, era sull’isola dei cassintegrati dell’Asinara, era nelle lacrime dell’operaio che lucidamente descrive l’annientamento industriale del petrolchimico di Porto Torres e chiede a Tremonti cosa ha da proporre, lui ministro del tesoro partecipe con il 30 per cento del gruppo Eni. Tremonti, fino a quel momento occupato a vendere la sua ricetta per il futuro dell’Italia, di fronte alle richieste degli operai, è rimasto spiazzato («non so, vedrò, non dipende da me, l’Eni è privatizzato al 70 per cento...»). Avvalorando l’idea che i discorsi sul federalismo siano un concentrato di ideologia, una bandiera per coprire una crisi senza risposte. Come confessava il Tremonti disperato, alle prese con la calcolatrice, nell’imitazione strepitosa di Corrado Guzzanti.



Fonte 'Il Manifesto'

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