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di 'Per quel che mi riguarda'

martedì 23 marzo 2010

Un uomo colto. Sul fatto di Marco Travaglio

L’acuto Pigi Battista ci spiega sul Pompiere della Sera come e qualmente la tv non abbia alcuna incidenza sul voto, visto che il centrodestra perde quando il centrosinistra controlla la Rai, e viceversa. Dimentica che il Banana controlla Mediaset sia quando vince sia quando perde, ma questi son dettagli. Ciò che soprattutto gli sfugge, a parte quell’altra quisquilia un tempo chiamata “conflitto d’interessi”, è che il controllo delle tv serve al Banana per non far trapelare le notizie sgradite e confondere i contorni dei particolari più scomodi. Cioè per fare quel che fanno quotidianamente i Cerchiobattisti. Un esempio fra i tanti: il 2 marzo Marcello Dell’Utri annuncia il presunto ritrovamento di un capitolo inedito del romanzo “Petrolio” di Pasolini e la sua imminente esibizione alla Mostra del Libro Antico di Milano. Per diffidare della fonte, basterebbe rammentare l’esaltazione dell’“eroe Mangano” o la bufala dei “diari di Mussolini” che il senatore-bibliofilo-pregiudicato va declamando in giro per l’Italia davanti a folle di nostalgici in delirio, anche se tutti gli storici li ritengono falsi. Invece tg e giornali abboccano voluttuosamente al “giallo del capitolo scomparso”, anzi – assicura Dell’Utri – “rubato dallo studio di Pasolini”: un testo “inquietante per l’Eni: parla di temi e problemi dell’Eni, con feroci accuse a Cefis, delle morti misteriose di Mattei, Pasolini e De Mauro. Materiale che scotta”. Una “scoperta clamorosa”, turibola Il Giornale. Sul Pompiere, Armando Torno, giornalista culturale vicino all’Opus Dei come Dell’Utri, incensa l’amico Marcello come “anima e cuore” della Mostra del Libro Antico e riporta altre sue mirabolanti anticipazioni: “Un privato, del quale non posso rivelare l’identità, ha messo a disposizione il capitolo inedito di ‘Petrolio’. Sono 78 pagine su un totale di circa 200 e intitolate ‘Lampi sull’Eni’. Dopo una prima lettura posso dire che il capitolo parte dall’introvabile libro, subito misteriosamente sparito, firmato da Giorgio Steimetz ‘Questo è Cefis’...”. Dunque Dell’Utri l’ha avuto fra le mani per una prima lettura. Peccato che già 24 ore dopo ingrani la retromarcia: “La scoperta mi è stata annunciata da una persona che è sulle tracce del testo. Spero si faccia in tempo per la Mostra. Se il testo non dovesse materializzarsi, l’attendibilità verrebbe meno. Non ho ancora letto le carte, aspetto di vedere il dattiloscritto che mi è stato annunciato”. Dunque non solo non l’ha mai visto né letto lui, ma neppure il Mister X che l’avrebbe scovato. Il 9 marzo tutto sembra sfumare: “A questo punto credo che non faremo in tempo”. Ma due giorni dopo ecco la quarta versione, amorevolmente ripresa da Giornale e Libero: “Si tratta di sottili veline dattiloscritte, le ho avute in mano per alcuni minuti, ma ora non le abbiamo più in mano. Chi me le ha offerte si è spaventato per il clamore e si è tirato indietro, spero di riuscire a riagganciarlo. Ma il manoscritto esiste, l’ho visto e toccato anche se non l’ho sfogliato, pertanto non ne conosco il contenuto”. Ma come: non aveva letto una sintesi con tanto di titolo, accuse feroci a Cefis e roba scottante sulle morti di Mattei, Pasolini e De Mauro? A questo punto, delle tre l’una. 1) Il capitolo è stato davvero rubato e il ladro o il ricettatore hanno pensato, chissà come mai, di rivolgersi proprio a Dell’Utri, nella certezza che non avrebbe chiamato i carabinieri. 2) Dell’Utri s’inventa di tutto pur di sviare l’attenzione dal suo processo a Palermo. 3) Dell’Utri è un noto collezionista di reati e, dopo la condanna definitiva per frode fiscale, quella prescritta per minacce gravi e quella in primo grado per mafia, tenta pure di accreditarsi come ricettatore. In tutti e tre i casi, in un paese dotato di un’informazione normale uno così non potrebbe più uscire di casa senza essere sommerso dai fischi, figurarsi entrare in Senato e concionare di libri antichi manco fosse Pico della Mirandola. In Italia, dove notoriamente la tv non conta nulla e l’informazione è libera, Dell’Utri passa per un tipo colto. Peraltro, sul fatto.

Fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'

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