Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)

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di 'Per quel che mi riguarda'

giovedì 25 marzo 2010

STASERA A BOLOGNA ANCHE ELIO E LE STORIE TESE: NOI LA VERA OPPOSIZIONE? QUELLA CHE C’È NON LO FA ABBASTANZA di Beatrice Borromeo

“Sul palco con Annozero: per stare dalla parte giusta”

“A un certo punto ci si conta, e noi nella conta vogliamo esserci. Dalla parte giusta, non da quella vantaggiosa, né nel mucchio di quelli che non si esprimono”, dice Elio (e le Storie Tese), che stasera sarà al Paladozza di Bologna. L’appuntamento è per tutti quelli che vogliono seguire lo speciale di Annozero dedicato alla libera informazione (dopo lo stop ai talk-show della Rai), e per gli artisti, giornalisti e musicisti che hanno fatto propria questa battaglia.

Elio, che significato ha la vostra partecipazione a “Rai per una notte”?
È di solidarietà: per dire da che parte stiamo.
Cosa farete domani sera?
Canteremo “il principe”, la parodia della canzone presentata al festival di Sanremo. Dedicata naturalmente a Emanuele Filiberto.
Nella canzone Filiberto dice: “E se mi fischiate vi spara mio papà”.
Ecco! Sarà una parentesi di comicità involontaria che dedichiamo agli spettatori intristiti dal blocco di Annozero.
Per molti sarebbe più a tema “Servi della gleba”.
Eh... sì. Ma ci chiedono sempre quella, quindi non la facciamo mai.
Cosa accomuna Elio e le Storie Tese con Giovanni Floris, Daniele Luttazzi, Morgan e gli altri?
Proprio il fatto di esserci. Per difendere la libertà. Vediamo chi altro ci sarà. Per esempio sono sorpreso quando si dice che Adriano Celentano c’è. Questa volta mi pare che non ci sia.
Infatti ha rinunciato perché “manca una copertura democratica” dell’evento.
Però su altri temi che io condivido ho letto spesso che lui c’è e si batte. Nel mondo dei cantanti - in cui tutti hanno molta fifa di rivelarsi, perché è molto più comodo fingere di non avere idee e di andare bene a tutti quanti - ammiro quelli che esprimono ciò che hanno in testa.
Dispiaciuto che Celentano abbia cambiato idea?
Sì, ma lui fa parte di quel genere di persone quasi obbligate a piacere a tutti, che temono di esprimere le proprie idee. Mi spiace che non partecipi, ma almeno stava per accettare. Altri, la maggioranza, non ci pensano neanche.
Cosa si rischia a partecipare a questi eventi?
Mah, io credo nulla. In questo senso: spero che non siamo arrivati al punto che se qualcuno partecipa a una manifestazione di pensiero corre qualche rischio .
Cosa teme la maggioranza ignava, allora?
Ovviamente non si parla solo di cantanti, ma di tutti i personaggi pubblici. I “volti noti” temono di perdere quella fetta di pubblico che non condivide le stesse idee.
Quindi non ci sono ritorsioni sul lavoro?
Ah bè, sì. Eccome. Però noi non lavoriamo in ogni caso, mi spiacerebbe se chiudessero Parla con me, che è l’unica trasmissione con cui collaboriamo. Ma il nostro lavoro è la musica.
Che momento sta vivendo l’Italia?
È spaccata in due. Trovo che la cosa pericolosissima sia che c’è un ritorno di fiamma dell’ignoranza, quella che sembrava essere stata sconfitta.
Colpa della tv?
Sì, esclusivamente.
Qual è la causa?
Il conflitto di interessi, che è il problema più importante che ci sia oggi. La colpa più grave dell’opposizione è proprio che non si oppone!
In molti percepiscono voi, nomi noti che si battono per delle idee, come la vera opposizione.
Sì, solo che poi si deve votare. E il grosso dei voti non va a noi, ma a una forza che non si oppone abbastanza.

Fonte intervista e foto 'Il Fatto Quotidiano'

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