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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 24 marzo 2010

RAI PER UNA NOTTE -- BOLOGNANEWS: Il dovere di informare Corradino Mineo

(vignetta tratta dal sito RAI PER UNA NOTTE)

La manifestazione promossa da Michele Santoro «Rai per una notte» incuriosisce, divide, suscita attese. È una notizia. Allora perché sorprendersi se un canale che ha permissione quella di informare 24 ore al giorno se ne vuole occupare? Perché siamo in campagna elettorale e né Santoro né Benigni sono candidati, si dirà. Ma alla manifestazione di sabato del Popolo della Libertà, che Rainews24 ha seguito in diretta e che ha fatto registrare una punta di 205mila spettatori (non male per una rete non «generalista») ci è parso di scorgere cartelli che definivano il conduttore della Rai «mafioso» e addirittura «fascista».
E Berlusconi stesso, dopo che sono stati pubblicati resoconti delle intercettazioni telefoniche ordinate dalla procura di Trani, ha rivendicato, nei suoi comizi, di aver chiamato al telefono un componente dell’Agcom e persino un generale dei carabinieri per chiedere che Santoro non andasse in onda. Anche quando parla del suo «partito dell’amore», contrapposto al campo «dell’odio e dell’invidia», capita al Silvio nazionale di citare Michele. E allora? Il buon senso suggerisce di non oscurare la manifestazione di domani sera a Bologna.
Ma - si chiede Il Giornale - la Rai ha deciso di sospendere Anno Zero, Ballarò, Porta a Porta, può una testata della Rai «violare l’embargo»? La Rai dice di aver sospeso quelle trasmissioni proprio in quanto fanno capo alle Reti e non ai Telegiornali.
Il Direttore generale non si è sognato di chiedere a Minzolini o alla Berlinguer di non intervistare più nessun politico o di intervistarli tutti insieme. Si dà il caso che Rainews24 sia un Telegiornale e non una Rete, un telegiornale che trasmette 24 ore al giorno. Se Freccero chiede di sospendere la normale programmazione di Rai4 per trasmettere Santoro, Mineo non deve chiedere proprio nulla, perché accendendo i riflettori su Santoro continua a fare quel che deve fare: informare, informare, informare.
Perché allora tanto scandalo, perché i giornalisti mi telefonano 10 volte al giorno per sapere come finirà? Perché da 16 anni buona parte della sinistra racconta l’Italia come il campo di battaglia di un colpo di stato permanente. Perché buona parte della destra ritiene conveniente regalare ad alcuni idoli polemici (ora Di Pietro, ora Santoro) tutti quelli che non la pensano come Berlusconi.
Osservo modestamente che se la democrazia nel nostro bel paese fosse a rischio lo sarebbe anche perché la sinistra ha spesso usato Berlusconi come una scorciatoia e un alibi per non fare i conti con i propri errori. Perché molti di noi (giornalisti) gridano alla censura invece di fare il loro dovere. (Facile prendersela con Minzolini, ma chi ha detto che Mills era stato assolto sapeva o non sapeva che la prescrizione di un reato non è assoluzione, e se lo sapeva perché non lo ha detto?
Qualcuno lo avrebbe licenziato, per questo?). Osservo anche che il generale De Gaulle, il suo «colpo di stato permanente» (così Mitterrand definì l’invenzione della Quinta repubblica), lo mise a segno in un annetto. A Berlusconi non sono bastati 16 anni per abrogare «l’obbligatorietà dell’azione penale», per mandare in soffitta la Corte Costituzionale, imporre l’elezione diretta (presumo) senza contrappesi del presidente della Repubblica o del premier. Certo, c’è in Italia una grande concentrazione dei media nelle mani di uno solo. Ma ciò non ha impedito a Murdoch di costruirsi un business niente male. Mentre la crescita straordinaria della rete potrebbe forse proteggere dalla disinformazione persino Iran e Cina.

*direttore di Rainews24

Fonte articolo 'Il Manifesto'

1 commento:

  1. Salve. mi chiamo Giacomo. Sono perfettamente d'accordo col suo articolo. Io sono di Pisa. Domani andrò a seguire la diretta. Perch sono curiosi di vedere se si parlerà o no del deficit dell'informazione nel nsotro paese. Domani spero sia un momento in cui ci sia massiam onestà nel riconoscere come la decisione di aver sospeso programmi come anno zero abbia avuto una ripercussione forte dettata dal fatto che in Italia lo sviluppo dell'informazione via internet è timido. Vorrei che si parlasse del Decreto Romani domani, ma avverrà? O si insisterà sulla Tv e la carta stampata? Ci sarà un effettivo confronto nel modo di fare informazione 2.0? Di come avrebeb cambiato le cose se fosse stato conosciuto/implentato? Purtroppo siamo un paese per la Televisione, e non per Internet. Domani spero non sia un tirare l'acqua al proprio mulino. Arrivederci.

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