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domenica 10 gennaio 2010
Africa di Francesco Ferrante
Buona Domenica a tutti gli Amici del blog con una bellissima poesia che ci aiuta a riflettere.
Nni lu 'nsignò
cu la morti 'ncruci
lu Sarvaturi...
chiànci 'u giustu
pr'u piccaturi!
E accussì chiàncinu
miliuna d'africani
ca ogni jornu, nun sì babbìa,
addisìanu puru 'u pani.
Nuatri, beddi, 'unciamu
e nun vulemu mai talìari
l'autru munnu affucatu
da rignanti lupunari.
All'Africa hannu livatu pani e acqua,
'nfami latri 'ncravattati,
ma li risati, l'occhi di la genti
nun l'hannu mai arrubbati...
ne pututu mai accattari!
'Sti cosi nun l'inventu,
nun sunnu sulu puisia...
'sti cosi l'haju liggiutu, l'haju studiatu,
l'hannu vistu l'occhi mia!
E nun dicissiru, li parrina,
ca poi c'è la vita eterna,
picchì 'a giustizia,
lu Signuri,
la voli 'nta 'sta terra!
Nni lu 'nsignò
cu la so' vita
lu Sarvaturi,
la storia cancia, si vulemu,
basta cunzari ogni cosa
cu l'amuri..."
Esiste una terra sfruttata e compianta ma mai effettivamente aiutata. Si chiama Africa. I problemi di questo continente, meraviglioso e disperato, ci sembrano lontani e talvolta incomprensibili, ma ci riguardano più o meno direttamente. Basta ascoltare le voci dei numerosi missionari che operano in quelle terre, o le denunce delle tante associazioni umanitarie, per capire che per aiutare l'Africa bisogna anche correggere certi nostri atteggiamenti..." La poesia è inserita in una raccolta, "Il sole non dimentica alcun villaggio", ed è una post- riflessione della mia esperienza in Africa. (Francesco Ferrante).
(foto di Franca Schininà)
Postata nei commenti trovate la traduzione letterale della poesia fatta dallo stesso autore.
Poesia tratta dal sito 'Per quel che mi riguarda... poesie, racconti e musica d'autore'
Nni lu 'nsignò
cu la morti 'ncruci
lu Sarvaturi...
chiànci 'u giustu
pr'u piccaturi!
E accussì chiàncinu
miliuna d'africani
ca ogni jornu, nun sì babbìa,
addisìanu puru 'u pani.
Nuatri, beddi, 'unciamu
e nun vulemu mai talìari
l'autru munnu affucatu
da rignanti lupunari.
All'Africa hannu livatu pani e acqua,
'nfami latri 'ncravattati,
ma li risati, l'occhi di la genti
nun l'hannu mai arrubbati...
ne pututu mai accattari!
'Sti cosi nun l'inventu,
nun sunnu sulu puisia...
'sti cosi l'haju liggiutu, l'haju studiatu,
l'hannu vistu l'occhi mia!
E nun dicissiru, li parrina,
ca poi c'è la vita eterna,
picchì 'a giustizia,
lu Signuri,
la voli 'nta 'sta terra!
Nni lu 'nsignò
cu la so' vita
lu Sarvaturi,
la storia cancia, si vulemu,
basta cunzari ogni cosa
cu l'amuri..."
Esiste una terra sfruttata e compianta ma mai effettivamente aiutata. Si chiama Africa. I problemi di questo continente, meraviglioso e disperato, ci sembrano lontani e talvolta incomprensibili, ma ci riguardano più o meno direttamente. Basta ascoltare le voci dei numerosi missionari che operano in quelle terre, o le denunce delle tante associazioni umanitarie, per capire che per aiutare l'Africa bisogna anche correggere certi nostri atteggiamenti..." La poesia è inserita in una raccolta, "Il sole non dimentica alcun villaggio", ed è una post- riflessione della mia esperienza in Africa. (Francesco Ferrante).
(foto di Franca Schininà)
Postata nei commenti trovate la traduzione letterale della poesia fatta dallo stesso autore.
Poesia tratta dal sito 'Per quel che mi riguarda... poesie, racconti e musica d'autore'
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Traduzione letterale e non poetica a cura di Francesco Ferrante
RispondiEliminaLo ha insegnato
con la morte in croce
il Salvatore…
piange il giusto
per il peccatore
E così piangono
milioni di africani
che ogni giorno,
non è uno scherzo
desiderano anche il pane.
Noi, belli, gonfiamo
e non vogliamo mai guardare
l’altro mondo affogato da licantropi regnanti
All’ Africa hanno levato pane e acqua
infami ladri ben vestiti
ma le risate,
gli occhi della gente
non sono riusciti a rubare
né potuto mai comprare!
Queste cose non le invento
non sono soltanto poesia
queste cose le ho lette, le ho studiate
le hanno visto gli occhi miei.
E non dicano i preti
che tanto poi ci sarà la vita eterna
perché la Giustizia nostro Signore
la vuole su questa terra.
Lo ha insegnato con la Sua vita il Salvatore
la storia cambia, se vogliamo
basta usare in ogni cosa
l’Amore…"
Grazie Rosalba! Bella veramente!
RispondiEliminaBellissima poesia toccante io direi sulle digrazie di questa meravigliosa terra d'Africa martoriata sin dai tempo remoti dello schiavisto e di li poi sono partite tutte le branche di colore nei vari continenti...sono stati martorizzati sino ad oggi e chi sa' ne non cambia nulla anche domani come giustamente dice l'autore derubati da ladri in cravatta...Metti che le varie fazioni si dilaniano tra di loro, vedi ieri la squadra del TOGO con tre morti e non so' quanti feriti...Naziona solo sfruttata e mai aiutata.. Bellissima la poesia in dialetto siciliano, ma conprensibilissimo a tutti con i complimenti all'autore. Bruno Zapparrata
RispondiEliminachiedo scusa Nazione a non Naziona..
RispondiEliminaBellissima lirica di denuncia .
RispondiEliminaE' un grido necessario che dovrebbe scuotere le coscienze narcotizzate da secoli dal proprio benessere,nutrito da un cinico opportunistico silenzio. Troppo silenzio su quelle mani che rubano....Dalle viscere della loro terra si strappa ogni cosa,senza nessuna pietà.I gioielli vengono poi pubblicizzati per "bel mondo....",senza pudore,senza vergogna,nel silenzio di chi sa,durante l'agonia e la morte continua di esseri umani che pochi,riconoscono tali.Ormai,la coscienza è troppo sporca per farsi lavare con quel poco con cui l'hanno lavata fin'ora !
Maria Cattaneo
bellissima questa poesia in dialetto, siciliano. Un grido di dolore, rabbia e diperazione per un popolo malfamato, denutrito, ma sfruttato nelle sue risorse prinpipali da coloro bramano solo fama di potere. La classe dirigente africana è cresciuta fra l'europa e l'america, ma non fa molto per la gente. Anziché interrogarsi sulla necessità del petrolio o del nucleare, perchè non si costruiscono strade? perché non le case? cosa gliene vuol fregare ad un presidente della popolazione quando ci sono i soldi da mangiare?
RispondiEliminaMi vengono i brividi se si pensa alla sofferenza di questo popolo, e si continua a saccheggiare violentare ed umiliare questo continente. Eppure in questo degrado, essi ci insegnano la vita, col sorriso sui volti. Un abbraccio a Ros
Ormai ci troviamo in una condizione letargica permanente. Poi, soprattutto per gli italiani, come dice Marco Paolini, "l'indignazione dura quanto l'orgasmo... e poi ci viene pure sonno".
RispondiEliminaUn saluto a tutti.