Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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lunedì 14 dicembre 2009
Svizzera: “Noi preti senza tredicesima” di Clemente Mazzetta
A Chiasso don Gianfranco Feliciani e il vicario don Andrea Molteni hanno rinunciato alla tredicesima per far fronte alla crisi finanziaria della parrocchia. A Lugano, il vescovo monsignor Pier Giacomo Grampa da tre anni non percepisce lo stipendio, vive di Avs e cassa pensione, si accontenta del vitto e dell’alloggio. A Bellinzona il consiglio parrocchiale ha risorse per pagare gli stipendi ai sacerdoti solo per i prossimi sette mesi. C’è anche chi rinuncia a metà salario come padre Angelico Greco, parroco di Olivone: “La situazione nelle parrocchie di periferia è decisamente più difficile di quella dei centri urbani. Io, ad esempio ho rinunciato a metà stipendio che ricevo come insegnante, cosa che fanno anche altri parroci”. La metà viene trattenuta dalla curia che integra gli stipendi degli altri i parroci. Insomma rinunce su rinunce. “Occorre prendere in mano la situazione con determinazione – dice al Caffè l’arciprete di Bellinzona Pierangelo Regazzi –. Nell’ultima riunione il cassiere della parrocchia ha detto chiaramente che se non ci saranno nuove entrate, fra sette mesi non ci saranno più soldi per pagare i preti. Altro che tredicesima. Io da parroco son diventato arciprete e il mio stipendio è sceso da 3’600 a 3’300 franchi”.
La nuova crisi finanziaria delle parrocchie, che mette in forse anche gli stipendi dei sacerdoti, è diretta conseguenza di quella economica. “Viviamo la stessa realtà dei nostri parrocchiani - fa presente don Adamo Polizzi, parroco di Dongio e di altre 9 parrocchie di valle. Lui riceverà la 13ma: “Ma arrivo dal mondo del lavoro e non avrei nessun problema a stringere la cinghia”.
Che la situazione non sia rosea lo sa bene l’economo della Curia don Carlo Quadri, che fa presente come siano pochi i preti che ricevono la 13ma. Tema, che ha lasciato amareggiato don Feliciani: “La nostra rinuncia doveva restare riservata – spiega –; ci sono tanti padri di famiglia che fanno sacrifici ben maggiori per far fronte alla crisi, una sofferenza silenziosa senza pubblicità”. La vicenda ha pure fatto sobbalzare molti preti in Ticino. Come don Sandro Fovini della parrocchia di Sonvico, per oltre un decennio direttore “volontario” dell’istituto san Filippo Neri, una casa di riposo per preti: “Sono 43 anni che sono prete, a Tesserete, Olivone, Novazzano, a Sonvico, e non l’ho mai ricevuta”. O ancora “Beato chi può rinunciare alla 13ma, noi non l’abbiamo mai vista”, osserva fra’ Giuseppe Giacon della parrocchia del Sacro Cuore di Lugano. Non avrebbe problemi a rinunciare alla tredicesima don Angelo Crivelli, arciprete di Mendrisio, parrocchia che sembra reggere meglio la situazione: “Sono disposto a rivedere la mia retribuzione all’interno di un discorso di solidarietà fra i vari sacerdoti, discorso ovviamente da approfondire in consiglio parrocchiale. Quanto alla 13ma, bisogna prima di tutto vedere a quanto ammonta complessivamente lo stipendio, e poi è diviso per 12 o per 13…”.
Non percepirà invece la 13ma don Sandro Bonetti, parroco di Lugano (Cattedrale) : “La situazione è preoccupante perché verranno certamente a mancare entrate. Ad aprile vedremo i conti definitivi. Ma con minori entrate dovremo di sicuro tirare la cinghia. E non escludo riduzione degli stipendi”.
Fonte articolo
La nuova crisi finanziaria delle parrocchie, che mette in forse anche gli stipendi dei sacerdoti, è diretta conseguenza di quella economica. “Viviamo la stessa realtà dei nostri parrocchiani - fa presente don Adamo Polizzi, parroco di Dongio e di altre 9 parrocchie di valle. Lui riceverà la 13ma: “Ma arrivo dal mondo del lavoro e non avrei nessun problema a stringere la cinghia”.
Che la situazione non sia rosea lo sa bene l’economo della Curia don Carlo Quadri, che fa presente come siano pochi i preti che ricevono la 13ma. Tema, che ha lasciato amareggiato don Feliciani: “La nostra rinuncia doveva restare riservata – spiega –; ci sono tanti padri di famiglia che fanno sacrifici ben maggiori per far fronte alla crisi, una sofferenza silenziosa senza pubblicità”. La vicenda ha pure fatto sobbalzare molti preti in Ticino. Come don Sandro Fovini della parrocchia di Sonvico, per oltre un decennio direttore “volontario” dell’istituto san Filippo Neri, una casa di riposo per preti: “Sono 43 anni che sono prete, a Tesserete, Olivone, Novazzano, a Sonvico, e non l’ho mai ricevuta”. O ancora “Beato chi può rinunciare alla 13ma, noi non l’abbiamo mai vista”, osserva fra’ Giuseppe Giacon della parrocchia del Sacro Cuore di Lugano. Non avrebbe problemi a rinunciare alla tredicesima don Angelo Crivelli, arciprete di Mendrisio, parrocchia che sembra reggere meglio la situazione: “Sono disposto a rivedere la mia retribuzione all’interno di un discorso di solidarietà fra i vari sacerdoti, discorso ovviamente da approfondire in consiglio parrocchiale. Quanto alla 13ma, bisogna prima di tutto vedere a quanto ammonta complessivamente lo stipendio, e poi è diviso per 12 o per 13…”.
Non percepirà invece la 13ma don Sandro Bonetti, parroco di Lugano (Cattedrale) : “La situazione è preoccupante perché verranno certamente a mancare entrate. Ad aprile vedremo i conti definitivi. Ma con minori entrate dovremo di sicuro tirare la cinghia. E non escludo riduzione degli stipendi”.
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