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di 'Per quel che mi riguarda'

mercoledì 9 dicembre 2009

LETTERA A HILLARY, Si ricordi di Calipari di Giuliana Sgrena

Al Segretario di Stato signora Hillary Rodham Clinton.
Sono tra quegli italiani che hanno sperato in un cambio dell’Amministrazione americana e hanno gioito per l’elezione di Barack Obama. La fine dell’era Bush ha dato un sollievo a tutti noi e soprattutto a quelli che venivano accusati di antiamericanismo solo perché si opponevano alla politica di un presidente.
L’accusa di antiamericanismo è tornata fuori in questi giorni diretta non a singole persone ma addirittura alla giustizia italiana per la condanna di Amanda Knox. So per esperienza che non sempre le sentenze sono quelle che riteniamo più eque e comunque la condanna di una giovane ragazza è sempre una tragedia, ma cercare di screditare la giustizia italiana non mi sembra una buona tattica soprattutto in vista di un processo d’appello.
Non è su questo però che voglio rivolgermi a lei. Lei ha mostrato disponibilità ad ascoltare le ragioni della senatrice Maria Cantwell sul caso Knox, io ho cercato invano di essere ascoltata da una autorità americana (e coloro che mi hanno interrogato non ne hanno tenuto conto) su un caso che mi hanno vista coinvolta in Iraq: la sparatoria da parte dei soldati americani che ha provocato l’uccisione di
un agente dell’intelligence italiana Nicola Calipari.
Nessuno ha mai voluto ascoltarci perché la morte di Calipari e il mio ferimento e quello di un altro agente è stato considerato normale in un teatro di guerra come l’Iraq. Ora gli Stati uniti si stanno per ritirare da quel paese, la politica nei confronti dell’Iraq è stata rivista e degli errori riconosciuti, forse ormai è tardi per sapere la verità su quello che è successo la notte del 4 marzo 2005 a Baghdad, ma la possibilità di essere ascoltati da una persona come lei sarebbe se non altro un risarcimento morale non tanto per me ma per la famiglia di Nicola Calipari.

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