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di 'Per quel che mi riguarda'

lunedì 4 maggio 2009

Ma è la politica, bellezza!

Donne protagoniste o... di Patrizia Guenzi e Clemente Mazzetta

La politica spettacolo, quella che scommette tutto sulla (bella) presenza, che punta sull’audience, che si avvale dei media, della tv in particolare, con Silvio Berlusconi (la cui consorte, Veronica Lario, ha appena annunciato di aver avviato le pratiche per il divorzio: "Non posso stare con un uomo che frequenta delle minorenni"), che guarda più alle forme delle candidate, che alla loro formazione, ha fatto un nuovo deciso passo avanti: il “velinismo”. Ovvero le candidate giovani e carine, che sfondano prima in tv e poi in politica sostanzialmente per l’aspetto. Come Mara Carfagna, la top model diventata ministro del suo gabinetto. Attenti però ad un’esecrazione superficiale. “Stiano semplicemente assistendo alla radicalizzazione di un fenomeno, presente in alcuni paesi più di altri, che mutua modalità, logiche, schemi e visibilità proprie del mondo dello spettacolo, dello sport, della musica, e li trasferisce pari pari in quello della politica”, sottolinea Oscar Mazzoleni, direttore dell’Osservatorio della vita politica.

“È un meccanismo per cui concetti di bello/ brutto, accettabile /non accettabile dello star system sono applicati al sistema politico. C’è un utilizzo e una valorizzazione della sfera privata, del corpo - femminile ma anche maschile -, basti pensare alle immagini di Obama in costume da bagno, pubblicate dai maggiori quotidiani solo poco tempo fa, come mezzo per raccontare un politico. Per farlo accettare a più larghi strati di popolazione, per imporlo, per legittimarlo”.

Tutto è politica. Ironia della sorte, come dicevano i contestatori del ’68: anche il privato è politica. O parafrasando lo scrittore Mc Luhan: nel villaggio globale “l’immagine è il messaggio”. “Il privato, ovvero come l’uomo politico vive, come veste, ma anche cosa mangia – aggiunge Mazzoleni ricordando Obama fotografato in un fast food – diventa un messaggio che ne rafforza l’immagine: serve per dimostrare che, nelle sue abitudini è un cittadino come tutti gli altri. Un’immagine che si gioca all’interno di filtri massmediatici e popolari, un’interazione composita fra media e politici”.

Insomma non si inventa nulla, si porta solo alle estreme conseguenze un meccanismo consolidato. “Berlusconi che fa? In questo caso trasporta gli schemi, il modo con cui la donna è vista nel mondo dello spettacolo, della moda, in quello della politica come se queste stesse caratteristiche facessero di per sé un buon politico”.

Ma il “velinismo” di Berlusconi rilancia anche uno stereotipo femminile che vede le donne solo come “bella presenza”, e che lascia agli uomini il potere vero di decidere e comandare. “Indubbiamente veicolare questo tipo d’immagine sottintende un criterio di valore, esprime il concetto di come la donna deve presentarsi in politica - conclude Mazzoleni -. Ovvero, è più importante la bella presenza che un solido curriculum politico. Cosa che ha provocato quel corto circuito nel dibattito politico in italia”.

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