Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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giovedì 14 maggio 2009
Viva l'Italia!
La Camera dei deputati ha approvato il maxiemendamento al ddl sicurezza in cui sono previste norme sull’immigrazione. Nel testo vengono introdotti il reato di immigrazione clandestina, il divieto di matrimonio per gli irregolari, il trattenimento fino a sei mesi nei centri di identificazione ed espulsione, il permesso a punti e il test di italiano per chi chiede la carta di soggiorno.
“……sono 3000, sono arrivati, sono tutti sulla banchina, stanchi,affamati, con in mano il ‘libretto rosso’ (che li bolla come analfabeti) o il ‘foglio giallo’ che dà qualche maggiore speranza, ma per tutti c’è ora la quarantena, una attesa lunga, snervante e per alcuni casi-che prima di partire hanno venduto case e podere, o si sono indebitati per fare il viaggio- non è solo stressante è un’attesa angosciante”. (1920-un cronista dell’epoca-Leonardo.it)
Quando si leggono queste notizie e in verità non credo che in molti lo facciano ci si rende conto che non è cambiato nulla. Gli esseri umani che sbarcano nelle nostre coste sono gli stessi di quei nostri connazionali che sono sbarcati in altri paesi nel secolo scorso. In modo particolare sono persone che come noi si sono mossi dal proprio paese alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per la propria famiglia.
L’emigrazione italiana ha un secolo e mezzo di storia, è stata molto intensa anche nell’ultimo dopoguerra, ha coinvolto tutte le regioni italiane (dal Friuli V.G. e Trentini A.A fino alla Calabria e alla Sicilia) e riguarda tanti paesi nel mondo (dalle vicine Svizzera e Croazia fino ai paesi transoceanici). Sono circa 4 milioni i connazionali all’estero, almeno 60 milioni gli oriundi e ancora di più quelli che fanno riferimento all’Italia secondo le stime della Fondazione Migrantes-Rapporto Italiani nel Mondo 2008.
I numeri ci dovrebbero fare paura: 60 milioni gli oriundi nel mondo, poco più della popolazione italiana oggi. Io sono una cittadina italiana iscritta all’AIRE (Anagrafe degli italiani all’estero) e i miei figli sono degli oriundi (figli di italiani naturalizzati svizzeri con 2 nazionalità), anch’essi iscritti all’AIRE, bene, io vi posso dire che la discriminazione più forte l’ho vissuta quando lasciando la Sicilia 30 fa mi sono trasferita a Como e sotto le case ho trovato la scritta “non si affittano case ai meridionali.
Non sono buonista i delinquenti di tutte le razze vanno perseguiti penalmente, ma non può essererci una caccia legale al clandestino. Nella maggior parte dei casi il migrante non si identifica come delinquente, bensì come una madre e un padre con dei figli da crescere. Sfido chiunque a dire, non mi muovo dal mio paese se nel mio paese muoio di fame o se nel mio paese c’è una guerra civile e io sono un perseguitato politico.È vero che la paura genera i mostri ma questo mi sembra veramente troppo.
Va bene, sono idealista, lo so, lo sono sempre stata e nessuno mi farà mai cambiare idea su un fatto così importante. Mi chiedo: e se la ricchezza fosse distribuita meglio? Non é possibile che attualmente il 2% della popolazione adulta del mondo possiede oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale, questo è quanto risulta da uno studio condotto dal World Institute for Development Economics Research delle Nazioni Unite (UNU-WIDER). Perché i paesi occidentali industrializzati non si sono mai impegnati politicamente a far si che ognuno nel proprio paese abbia le risorse necessarie per sopravvivere? Le domande sono tantissime e tutte inevase, naturalmente. Vi dico solo un’ultima cosa: le armi che sono servite per un giorno di guerra in Iraq potevano sfamare e dissetare la popolazione dei continenti più poveri per un anno. Ma questo è un discorso lunghissimo (quello delle armi) e non mi ci voglio addentrare adesso.
“…..se tu penserai e giudicherai da buon borghese ,li condannerai a cinquemila anni più le spese, ma se capirai se li cercherai fino in fondo se non sono gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo" La città vecchia- F. de Andrè.
“……sono 3000, sono arrivati, sono tutti sulla banchina, stanchi,affamati, con in mano il ‘libretto rosso’ (che li bolla come analfabeti) o il ‘foglio giallo’ che dà qualche maggiore speranza, ma per tutti c’è ora la quarantena, una attesa lunga, snervante e per alcuni casi-che prima di partire hanno venduto case e podere, o si sono indebitati per fare il viaggio- non è solo stressante è un’attesa angosciante”. (1920-un cronista dell’epoca-Leonardo.it)
Quando si leggono queste notizie e in verità non credo che in molti lo facciano ci si rende conto che non è cambiato nulla. Gli esseri umani che sbarcano nelle nostre coste sono gli stessi di quei nostri connazionali che sono sbarcati in altri paesi nel secolo scorso. In modo particolare sono persone che come noi si sono mossi dal proprio paese alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per la propria famiglia.
L’emigrazione italiana ha un secolo e mezzo di storia, è stata molto intensa anche nell’ultimo dopoguerra, ha coinvolto tutte le regioni italiane (dal Friuli V.G. e Trentini A.A fino alla Calabria e alla Sicilia) e riguarda tanti paesi nel mondo (dalle vicine Svizzera e Croazia fino ai paesi transoceanici). Sono circa 4 milioni i connazionali all’estero, almeno 60 milioni gli oriundi e ancora di più quelli che fanno riferimento all’Italia secondo le stime della Fondazione Migrantes-Rapporto Italiani nel Mondo 2008.
I numeri ci dovrebbero fare paura: 60 milioni gli oriundi nel mondo, poco più della popolazione italiana oggi. Io sono una cittadina italiana iscritta all’AIRE (Anagrafe degli italiani all’estero) e i miei figli sono degli oriundi (figli di italiani naturalizzati svizzeri con 2 nazionalità), anch’essi iscritti all’AIRE, bene, io vi posso dire che la discriminazione più forte l’ho vissuta quando lasciando la Sicilia 30 fa mi sono trasferita a Como e sotto le case ho trovato la scritta “non si affittano case ai meridionali.
Non sono buonista i delinquenti di tutte le razze vanno perseguiti penalmente, ma non può essererci una caccia legale al clandestino. Nella maggior parte dei casi il migrante non si identifica come delinquente, bensì come una madre e un padre con dei figli da crescere. Sfido chiunque a dire, non mi muovo dal mio paese se nel mio paese muoio di fame o se nel mio paese c’è una guerra civile e io sono un perseguitato politico.È vero che la paura genera i mostri ma questo mi sembra veramente troppo.
Va bene, sono idealista, lo so, lo sono sempre stata e nessuno mi farà mai cambiare idea su un fatto così importante. Mi chiedo: e se la ricchezza fosse distribuita meglio? Non é possibile che attualmente il 2% della popolazione adulta del mondo possiede oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale, questo è quanto risulta da uno studio condotto dal World Institute for Development Economics Research delle Nazioni Unite (UNU-WIDER). Perché i paesi occidentali industrializzati non si sono mai impegnati politicamente a far si che ognuno nel proprio paese abbia le risorse necessarie per sopravvivere? Le domande sono tantissime e tutte inevase, naturalmente. Vi dico solo un’ultima cosa: le armi che sono servite per un giorno di guerra in Iraq potevano sfamare e dissetare la popolazione dei continenti più poveri per un anno. Ma questo è un discorso lunghissimo (quello delle armi) e non mi ci voglio addentrare adesso.
“…..se tu penserai e giudicherai da buon borghese ,li condannerai a cinquemila anni più le spese, ma se capirai se li cercherai fino in fondo se non sono gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo" La città vecchia- F. de Andrè.
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