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di 'Per quel che mi riguarda'

sabato 16 maggio 2009

Anche il silenzio rende complici di Adriana Zarri

Visto che non mi sovviene nessun termine degno di figurare in questa galleria degli errori-orrori, ho pensato di rimediare ricorrendo a una facezia, o proverbio che dir si voglia, in uso dalle mie parti e che così recita: «Piove a dirotto, proviamo a dir nove e a vedere se smette». Il proverbio era particolarmente adatto perché, in quel momento proprio pioveva. A questo punto ho pensato di metterlo alla prova. Ho tentato a dir nove, ma non ha funzionato e la pioggia ha seguitato a cadere. Allora ho provato a dire dieci, undici, dodici. Niente. A questo punto mi sono stufata ed ho piantato lì: che seguitasse a piovere col numero che voleva.

Io, io, io

Dice Berlusconi: Maroni fa quello che dico io e, riferendosi agli accordi stabiliti con la Libia in ordine agli immigrati, prosegue: «Li ho gestiti io, li ho sottoscritti io» e la reiterazione di quel presuntuoso ed arrogante «io» la dice lunga sulla psicologia del cavaliere.

La nobile gara

Desumo dal manifesto: «Contano più i malumori, le paure e i rancori dell’ultimo bar della Bassa delle denunce del segretario generale delle Nazioni unite» e ancora «si accomodi, possiamo fornire una lista dei principali think e tank della politica estera governativa. I peggiori bar della Bassa, anzi le osterie, che è autarchico».
Bar infatti è un nuovo esotismo, osteria è più antico e vanta una nobile radice latina.

«Chi l’ha visto?»

Le donne senza permesso di soggiorno che partoriscono in Italia non possono scrivere il proprio figlio all’anagrafe. Così ha stupidamente stabilito la Camera. Questi doveri figli sono una sorta di bambini invisibili. Da segnalare alla Federica Sciarelli che la sua trasmissione è «Chi l’ha visto?».

Indignazione

Famiglia Cristiana (il noto settimanale paolino) e don Luigi Ciotti (l’altrettanto noto fondatore di Libera e del gruppo Abele) sono concordi, e chissà quanti altri con loro, nel deplorare e condannare la politica governativa nei confrontidegli immigrati. Respingerli, ricorda Don Ciotti, «è contro la dichiarazione universale dei diritti umani». Ed ha così proseguito: «Bisogna avere il coraggio della denuncia, non ci si può permettere di stare in silenzio: anche il silenzio rende».

Nucleare

Il Senato evidentemente non ricorda più il pronunciamento degli italiani contro il nucleare. Non contiamo proprio più niente? E i senatori possono passare sulle teste del popolo e legiferare contro la sua volontà? Il nucleare non lo vogliamo, se lo ricordino i nostri politici. Abbiamo detto di no e di no diciamo ancora.

Siamo ancora cristiani?

Se ai lettori del manifesto fosse sfuggito conviene ricordare quanto ha notato Filippo Gentiloni qualche tempo fa. A Milano – dove le nozze civili ormai superano quelle religiose – si ha un divorzio ogni due matrimoni. Nel 2006 solo il 76,6% è stato battezzato. Sempre nel 2006 soltanto 8 su 1000 ha ricevuto la prima comunione. In netto calo le iscrizioni nei seminari. Se la qualità avesse la meglio sulla quantità, niente di male. Si potrebbe dire: «pochi ma buoni». Ma, osservando come vanno le cose, c’è da temere che siano pochi e cattivi.

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