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di 'Per quel che mi riguarda'

lunedì 27 aprile 2009

Asik Tuygun e Rubina Alì: 'Quando si vede una ragazza annegare' di Giuseppe Zois











Caro Diario,

tutti hanno visto o letto le vicende dei due barconi con il loro carico di disperati, soccorsi in mare da un mercantile turco. Non si poteva non inorridire di fronte al disumano tira-e-molla tra le autorità di Malta e quelle italiane. A bordo c’erano 155 persone stremate e non una partita di merci. Tocca a Roma, no, il problema è di competenza della Valletta. E intanto donne, bambini, uomini possono sputare sangue, piegarsi e avvoltolarsi tra gli spasmi per la fame, il mal di mare e la mancanza di tutto. La dignità deve mettersi in coda; prima ci sono le leggi, i cavilli da rispettare. Il criterio per misurare il valore dell’uomo dovrebbe essere un altro. Nella loro rotta tra onde e burrasche, le due carrette africane erano state soccorse dal mercantile turco Pinar. Durante le fasi del salvataggio è avvenuta la tragedia.

< CON I CERCATORI di un futuro diverso rispetto alla normalità di una sopravvivenza fatta di stenti c’era una diciannovenne nigeriana. Portava una vita in grembo e sognava. Quando il mare era in bonaccia e il vento le accarezzava i capelli, lei – rimasta la ragazza senza nome – vedeva già la terra nuova e immaginava ciò che aveva saputo dai racconti. Da quando c’è il mondo, la speranza gonfia la vela dei giorni e spinge la vita. Le persone sui due barconi venivano issate con funi sul mercantile. Solite fasi concitate. Le mani bagnate della nigeriana incinta scivolavano, non riuscivano a mantenere la presa. È stata inghiottita dalle acque e a nulla sono valsi i tentativi di tre compagni subito tuffatisi per salvarla. Mani pietose hanno recuperato la salma. Con lei c’era anche un fratello di 21 anni: per lui, ora, ci sono gli psicologi; per sua sorella un cimitero lontano dalla sua terra e da ogni affetto. Riuscirà questa fine a scalfire la nostra indifferenza, a smuoverci dal cinismo?

Il nostro cuore, intanto, batte più triste.

FORSE NESSUNO ricorderà il nome, ma molti di noi hanno presente la vicenda di Rubina Alì, la bambina indiana di 9 anni protagonista del film “Slumdog Millionaire”. Anche qui l’epilogo è amaro. I giornali inglesi hanno dato la notizia che il papà sarebbe pronto a vendere per 450 mila franchi la baby star, che vive ancora in una capanna di Mumbai. “Acquirenti” due finti sceicchi. Solito copione: annuncio, smentite, conferme. La finzione e la realtà si rincorrono. Di solito in India le bambine vengono abbandonate per il problema della dote. Se fosse confermata la brutta notizia, in questo caso sarebbe la figlia che porta una colossale dote al padre. Si calcola che siano 5 milioni all’anno le bambine abortite per la dote. Il 90% dei neonati abbandonati sono bambine. Per fare una dote dignitosa ad una ragazza che si sposa si calcola che ci vogliano 30-40 mila rupie (900-1.200 fr.). Imprecisato il prezzo della vergogna.

Fonte

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