Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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venerdì 13 marzo 2009
Il piccolo Cesare!
Perché votare? Basta fare anghingò. Aspettando il Ponte con la Sardegna
Camilleri, ora Berlusconi vuole che a votare in Parlamento siano solo i capigruppo, non più i singoli onorevoli. Se passa la proposta – ma Fini è disgustato – a giocare sarebbero in tre, e senza neanche il morto: quello del Pdl, quello dell’opposizione, e il capo ronde. Ceausescu e Kim il Sung, Bokassa o Stalin, Saddam o Benito, ebbero ritratti nei luoghi pubblici, statue a grandezza naturale, persino sontuosi mausolei, ma la boiata che tante chiorbe, per dirla alla toscana, si fondessero in una chiorba sola, non venne loro in mente.
Penso che quest’ultima alzata d’ingegno di Berlusconi nasca dal fatto che i deputati del Pdl non sono altro che degli yes man, e si sente autorizzato a credere che tali siano anche i parlamentari degli altri partiti, ma, ragionandoci sopra con mente scevra da pregiudizi, la proposta di Piccolo Cesare promette sviluppi positivi. Se a votare in Parlamento saranno solo i capigruppo, perché non si abolisce il gruppo e resta solo il capo votante? Che bisogno c’è di fare eleggere centinaia e centinaia fra deputati e senatori? Le leggi verrebbero votate in un’oretta scarsa. In caso di parità, lo stallo si potrebbe risolvere con un giro di anghingò. E perché chiamare gli italiani al voto? Basterà che le segreterie politiche comunichino il nome del loro candidato capogruppo agli iscritti e ai simpatizzanti, i quali potranno dare, o no, il loro consenso attraverso sms, e mail, telefonate. E non ci sarebbe più necessità di palazzi come quelli del Senato e della Camera; i capigruppo potrebbero riunirsi nel bar qui vicino. I palazzi si potrebbero vendere per farne alberghi di lusso. Pensate che risparmio e che guadagno! Basterebbero a finanziare non solo il ponte sullo Stretto, ma anche quello con la Sardegna che, prima o poi, Berlusconi certamente proporrà. l'Unità
Camilleri, ora Berlusconi vuole che a votare in Parlamento siano solo i capigruppo, non più i singoli onorevoli. Se passa la proposta – ma Fini è disgustato – a giocare sarebbero in tre, e senza neanche il morto: quello del Pdl, quello dell’opposizione, e il capo ronde. Ceausescu e Kim il Sung, Bokassa o Stalin, Saddam o Benito, ebbero ritratti nei luoghi pubblici, statue a grandezza naturale, persino sontuosi mausolei, ma la boiata che tante chiorbe, per dirla alla toscana, si fondessero in una chiorba sola, non venne loro in mente.
Penso che quest’ultima alzata d’ingegno di Berlusconi nasca dal fatto che i deputati del Pdl non sono altro che degli yes man, e si sente autorizzato a credere che tali siano anche i parlamentari degli altri partiti, ma, ragionandoci sopra con mente scevra da pregiudizi, la proposta di Piccolo Cesare promette sviluppi positivi. Se a votare in Parlamento saranno solo i capigruppo, perché non si abolisce il gruppo e resta solo il capo votante? Che bisogno c’è di fare eleggere centinaia e centinaia fra deputati e senatori? Le leggi verrebbero votate in un’oretta scarsa. In caso di parità, lo stallo si potrebbe risolvere con un giro di anghingò. E perché chiamare gli italiani al voto? Basterà che le segreterie politiche comunichino il nome del loro candidato capogruppo agli iscritti e ai simpatizzanti, i quali potranno dare, o no, il loro consenso attraverso sms, e mail, telefonate. E non ci sarebbe più necessità di palazzi come quelli del Senato e della Camera; i capigruppo potrebbero riunirsi nel bar qui vicino. I palazzi si potrebbero vendere per farne alberghi di lusso. Pensate che risparmio e che guadagno! Basterebbero a finanziare non solo il ponte sullo Stretto, ma anche quello con la Sardegna che, prima o poi, Berlusconi certamente proporrà. l'Unità
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