Libertà di pensiero è la "capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro" (Immanuel Kant)
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sabato 28 febbraio 2009
Andrea Camilleri: ' Non c’è la possibilità di tornare nani. Ma pigmei, questo sì.'
Camilleri, quando scrivemmo «La linea della palma» (Bur), lei mi raccontò di un eminente biologo che era stato suo ospite, anni or sono, della trasmissione Rai «Arti e Scienze». Lo scienziato, parlando dell’evoluzione, spiegò, durante il programma, che i cavalli, una volta, in origine nani, erano evoluti sino alla grandezza odierna. Ma che bastava un niente, disse lui, una disattenzione, una pausa, perché tornassero nani. E lei, in quel libro intervista, adoperò quella metafora a proposito degli italiani sotto il regime berlusconiano. Quel nonnulla è già accaduto?
Sento un certo allarme nella sua domanda, caro Lodato. Non vorrei ricordare male, sono passati tanti anni, ma quel professore mi pare che dicesse come l’eventuale regressione alla nanità dei cavalli sarebbe stata resa possibile oltre che da un «nonnulla» anche dal fatto che la crescita del cavallo era avvenuta linearmente, senza intoppi. E che quindi, proprio per questa linearità, il percorso inverso sarebbe stato più veloce. Ora lei crede che il cammino di crescita degli italiani sia stato altrettanto lineare? Se consideriamo tutto quello che è accaduto in Italia nel secolo scorso, la strada appare più accidentata di una trazzera terremotata. Dalla democrazia siamo passati alla ventennale dittatura fascista; dopo la Resistenza siamo caduti sotto i governi della Dc e dei suoi alleati; da quest’ultimi a Berlusconi. Cento anni di storia che sono tutti un passo avanti e due indietro. Che siderale distanza intercorre tra la nobiltà, la dignità, la fermezza del discorso di De Gasperi ai vincitori dell’immediato dopoguerra e il discorso di Berlusconi al parlamento europeo, quello del «kapò», per intenderci. No, caro Lodato, non si preoccupi. Non c’è la possibilità di tornare nani. Ma pigmei, questo sì. (Andrea Camilleri, l'Unità)
In effeti non è una bella evoluzione della specie (politicamente) se da De Gasperi si passa a Berlusconi e Brunetta, io la vedo più che altro come una involuzione. Ve lo immaginate voi un De Gasperi che fa cucù ad un capo di stato o che fa le corna dietro la testa di un altro in una foto ufficiale o ancora che regala la donna ad un ennesimo capo di stato? Beh, io no, e spero neanche voi!
Sento un certo allarme nella sua domanda, caro Lodato. Non vorrei ricordare male, sono passati tanti anni, ma quel professore mi pare che dicesse come l’eventuale regressione alla nanità dei cavalli sarebbe stata resa possibile oltre che da un «nonnulla» anche dal fatto che la crescita del cavallo era avvenuta linearmente, senza intoppi. E che quindi, proprio per questa linearità, il percorso inverso sarebbe stato più veloce. Ora lei crede che il cammino di crescita degli italiani sia stato altrettanto lineare? Se consideriamo tutto quello che è accaduto in Italia nel secolo scorso, la strada appare più accidentata di una trazzera terremotata. Dalla democrazia siamo passati alla ventennale dittatura fascista; dopo la Resistenza siamo caduti sotto i governi della Dc e dei suoi alleati; da quest’ultimi a Berlusconi. Cento anni di storia che sono tutti un passo avanti e due indietro. Che siderale distanza intercorre tra la nobiltà, la dignità, la fermezza del discorso di De Gasperi ai vincitori dell’immediato dopoguerra e il discorso di Berlusconi al parlamento europeo, quello del «kapò», per intenderci. No, caro Lodato, non si preoccupi. Non c’è la possibilità di tornare nani. Ma pigmei, questo sì. (Andrea Camilleri, l'Unità)
In effeti non è una bella evoluzione della specie (politicamente) se da De Gasperi si passa a Berlusconi e Brunetta, io la vedo più che altro come una involuzione. Ve lo immaginate voi un De Gasperi che fa cucù ad un capo di stato o che fa le corna dietro la testa di un altro in una foto ufficiale o ancora che regala la donna ad un ennesimo capo di stato? Beh, io no, e spero neanche voi!
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